Aumentano le micro-imprese di stranieri: sono una su dieci

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ROMA. – Pizzerie, frutterie, parrucchieri, ristoranti, negozi di souvenir, attività di noleggio, call center ma anche aziende manifatturiere e piccole imprese edili: si allarga ulteriormente la rete delle imprese individuali costituite da cittadini extracomunitari con una percentuale che nel 2014 supera il 10% del totale (335.000 su circa 3,2 milioni).

Nell’anno – secondo quanto emerge dai dati Unioncamere/Infocamere – le ditte individuali con titolare straniero sono aumentate di 23.000 unità sul 2013 (+7%). Nello stesso periodo le aziende individuali gestite da italiani sono diminuite di 35.000 unità. Le imprese degli stranieri hanno retto meglio alla crisi e sono cresciute di quasi 100.000 unità dal 2008 ad oggi (passando dal 7% al 10% delle imprese individuali). Nella maggior parte dei casi sono imprese senza dipendenti gestite dal titolare e dai suoi familiari con grande flessibilità negli orari e nella gestione complessiva.

“Le trasformazioni che sta subendo il nostro sistema produttivo – dice il presidente Unioncamere, Ferruccio Dardanello – rispecchiano l’evoluzione in corso della nostra società, sempre più sollecitata dall’arrivo di persone provenienti da paesi stranieri. Considerando anche le società di capitali, la presenza immigrata in Italia nel mondo dell’impresa sale ancora, raggiungendo le 500.000 unità”.

L’indagine segnala che gli imprenditori stranieri più numerosi sono quelli provenienti dal Marocco (64.000) con una fortissima presenza nel commercio (oltre 46.000), seguiti dai cinesi (in totale 47.000), con oltre 5.000 ristoranti e 16.000 aziende manifatturiere, prime tra tutte quelle tessili concentrate soprattutto in Toscana, e ora in forte crescita anche tra i parrucchieri e nelle attività di servizio alla persona. Si conferma la forte presenza egiziana nella ristorazione (2.500, secondi dopo i cinesi) e degli albanesi nelle costruzioni (oltre 23.000, primi nel settore).

In valori assoluti, il primato della crescita spetta però al Bangladesh che, con un aumento di 4.900 imprese, supera le 25.000 imprese individuali (+24%), fortemente concentrate nei servizi alle imprese (call center, copisterie, ecc.). Le iscrizioni delle imprese guidate da cittadini extra Ue sono state 48.244 a fronte di 25.174 cessazioni (saldo positivo per 23.070 unità) mentre le cessazioni delle ditte individuali di italiani (213.587) sono state superiori alle iscrizioni (178.109) con un saldo negativo di 35.478 (migliore comunque del saldo negativo 2013 che superò le 51.000 unità). Le ditte di marocchini sono oltre il 19% del totale delle imprese straniere mentre quelle di cittadini cinesi sono il 14% del totale.

La provincia nella quale le imprese guidate da stranieri sono più diffuse è Prato con 6.718 aziende (il 39,89% del totale delle aziende sul territorio) seguita da Milano (27.804, il 22,1% del totale), Firenze (10.210, il 19,23% del totale), Reggio Emilia (il 18,93%) e Roma (il 17,85%). La provincia italiana con meno imprese guidate da stranieri è Enna con 184 imprese e l’1,67% del totale.

Nel settore manifatturiero le imprese cinesi sono largamente in testa (16.402 seguite da quelle marocchine con 1.546 unità) mentre nelle costruzioni gli albanesi contano 23.296 aziende seguite dai marocchini con 8.617 imprese. Nel commercio le imprese di persone provenienti dal Marocco sono 47.277 seguite dalle 19.294 di cittadini cinesi. I cittadini del Bangladesh sono in cima alla graduatoria delle imprese straniere nel noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese mentre nella ristorazione gli egiziani si piazzano dietro ai cinesi con 2.501 imprese (5.609 quelle di cittadini cinesi).

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