Recupera terreno il petrolio venezuelano

 

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CARACAS – Il petrolio ha chiuso in rialzo a New York, ed è stato quotato a 57,15 dollari al barile. È questa una buona notizia per il Venezuela. Ed infatti, il prezzo medio del greggio è stato questa settimana di 52,61 dollari il barile. Un incremento di 2,27 dollari, se si compara con il valore medio della scorsa settimana.

Nel suo bollettino settimanale, il ministero dell’Energia ha commentato che l’incremento riflette la preoccupazione dei paesi industrializzati per la guerra che si combatte nel Medio Oriente e per l’avanzata dell’Isis. Si teme, infatti, che vi possa essere una riduzione, l’eventuale interruzione non è presa in considerazione, della produzione e, quindi, di flusso di greggio nel mercato internazionale. Sempre stando all’analisi del ministero dell’Energia, ha contribuito all’incremento del barile di petrolio anche la riduzione del ritmo di produzione negli Stati Uniti.

I prezzi del greggio venezuelano iniziarono la loro “caduta libera” il 12 settembre scorso. Da allora il loro l’andamento è stato altalenante ma sempre al di sotto dei 55 dollari il barile.

Il Venezuela, nonostante i grossi problemi di produzione, è tra i primi esportatori di petrolio al mondo. La sua economia dipende in un 95 per cento dal prezzo del barile. Nonostante ci sia ancora chi spera in un recupero del terreno perso, pochi credono che questo possa avvenire nei prossimi anni. Il Venezuela, ma anche gli altri produttori, vivranno anni di vacche magre.

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