Emergenza profughi e solidarietà alla stazione di Bolzano

Immigrazione: Armin Mutschlechner coordina volontari in stazione a Bolzano

BOLZANO.- In questi giorni ogni mattina, alle 8.05, alla stazione ferroviaria di Bolzano si ripete la stessa scena: dal treno notturno da Roma scendono decine e decine di profughi. Disorientati si guardano in giro, forse per la prima volta vedono cime di montagna innevate, alcuni telefonano per poi informare gli altri sul da farsi.

Un ragazzo si avvicina alla macchinetta automatica e mostra a un pendolare un foglietto con la scritta “Munich” e un biglietto di 50 euro e chiede con dei gesti di fargli il biglietto. La stazione, che si trova a pochi passi da piazza Walther, il “salotto buono” di Bolzano, è diventata una tappa forzata per i migranti che vogliono raggiungere la Germania.

Molti hanno già il biglietto per Monaco, ma sui treni internazionali operano le pattuglie miste con agenti italiani, austriaci e tedeschi. Per ridurre il rischio di essere respinti al confine, molti scelgono perciò i treni regionali verso il Brennero. Chi non riesce a ripartire in giornata dorme nella stazione, dove da mesi opera l’associazione Volontarius, che coordina gli interventi di aiuto, fornisce cibo, vestiti e soprattutto informazioni.

Parallelamente un gruppo di cittadini si è organizzato via Facebook e Doodle per prestare aiuto ai migranti che spesso viaggiano solo con un sacchetto di nylon in mano. Alcune donne hanno creato il gruppo Facebook “Solidarität mit Flüchtlingen – Südtirol” per i profughi che venivano respinti al Brennero, da alcune settimane il problema si è però spostato a Bolzano. L’artista e operatore sociale Armin Mutschlechner è uno dei promotori.

“Questa gente – racconta – è in viaggio da 4, 5 mesi e ha bisogno di aiuto. Lo Stato ha capitolato di fronte a questo problema”. Tra i volontari c’è anche Ali Khemais, che da poco si è laureato alla Libera università di Bolzano, e fa da interprete per i profughi. “Siamo in stretto contatto con questura, polizia ferroviaria e Ferrovie per attivare un migliore e più efficace punto d’appoggio”, afferma dopo un sopralluogo l’assessore provinciale Martha Stocker.

Il governatore Arno Kompatscher sottolinea che “la Provincia di Bolzano da mesi interviene tramite le associazioni di volontariato che hanno molta esperienza sul campo. Anche la Protezione civile è pronta in caso di bisogno”. Per la prima assistenza servono però dei locali all’interno della stazione. Così i migranti attendono sui binari, dove si presenta una signora con delle borse. “Ho pensato di prendere cibo che loro conoscono”, racconta.

Nel frattempo, sul versante austriaco del Brennero, gli Schützen hanno offerto il loro aiuto alle parrocchie e ai Comuni. “Aiutare è una sfida umanitaria”, afferma Fritz Tiefenthaler. Il comandante degli eredi delle truppe antinapoleoniche, che in Tirolo contano 17.000 membri, ricorda che la “carità è uno dei primi impegni degli Schützen”.

(di Stefan Wallisch/ANSA)