Privacy: attenti ai cookie. Dal 2 giugno banner per avvisare i naviganti e raccogliere consenso

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ROMA. – Nove italiani su 10 sanno ciò che accade ai loro dati personali durante la navigazione web, ma ora dovranno anche essere più coinvolti e informati. Dal 2 giugno, infatti, in Italia tutti gli operatori che abbiano servizi online dovranno mettersi in regola con il Provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali, studiato per rendere più chiaro ed evidente l’uso dei cookie durante la navigazione e più semplificata l’acquisizione del consenso da parte degli utenti alla loro archiviazione sul proprio terminale.

Oggetto del provvedimento sono i cookie di profilazione, non cioè i cookie ‘tecnici’ che permettono di utilizzare un sito. ”L’obiettivo – spiega il Garante per la privacy, Antonello Soro – è disciplinare lo strumento principale con cui viene fatta la profilazione on line, senza però demonizzare la pubblicità, indispensabile oggi per creare occupazione e ricchezza”.

Dopo il video tutorial su cosa sono i cookie già realizzato dal Garante, ora i naviganti saranno interpellati con un ”modello multilivello”, a partire da un banner informativo sull’homepage del sito visitato, e potranno decidere in maniera libera e consapevole se far usare o meno le informazioni raccolte su di se’.

”L’utente deve sapere – spiega Soro -. L’interattività cui costringiamo il cittadino lo rende consapevole di ciò che sta accadendo mentre visita un sito. Sta poi a lui decidere se offrire le sue informazioni o rifiutarsi di darle. Da parte nostra – aggiunge – rafforzeremo i controlli. Chi dal 2 giugno non si adeguerà al Provvedimento incorrerà in sanzioni per violazioni del codice della privacy”.

Per mettersi in pari con il Provvedimento le Associazioni di editori on line, siti di e-commerce, operatori, investitori pubblicitari e data driver advertising, hanno realizzato un kit con una serie di indicazioni comuni per i propri affiliati. E se l’Italia arriva in ritardo rispetto ad altri paesi europei, dice il Consigliere Fedoweb, Claudio Giua, una volta tanto può essere un vantaggio e porci più all’avanguardia. Soprattutto di fronte a un mercato come quello dell’online advertising che, aggiunge Daniele Sesini, direttore generale Iab Italia, nel nostro paese vale 2 miliardi di euro (+12,7% nel 2014) e dove per ogni euro investito l’utente ne riceve 3 in servizi.

Quanto all’ecommerce nel 2015 si stima supererà i 15 miliardi di fatturato, con 16 milioni di acquirenti (25% della popolazione) e 2,5 milioni di lavoratori diretti o indiretti. Ma come si comportano gli italiani durante la navigazione? ”C’è consapevolezza”, assicura il presidente DMA, Fabrizio Vigo, illustrando i risultati dell’indagine Doxa Advice promossa dalle associazioni di categoria. ”L’80% degli intervistati – dice – si dichiara sensibile ai temi della privacy, ma c’è richiesta di semplificazione”.

Secondo i dati, il 90% degli italiani riconosce i benefici del consenso ad alcuni dati personali, il 70% considera un valore ricevere offerte commerciali personalizzate e il 72% conosce il diritto di cancellazione, ma solo il 27% chiede di applicarlo, così come il 33% non legge le informative perché lunghe e difficoltose. Alcune informazioni sono però più riservate di altre, come quelle bancarie (91%), il numero di cellulare (86%), dettagli sui figli (81%) e la cronologia medica (80%). Poco male, invece, diffondere la spesa settimanale (55%), lo stato civile (54%), peso e altezza (43%), appartenenza etnica (39%) e i propri esercizi fisici (36%).

(di Daniela Giammusso/ANSA)

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