Mattarella: L’Europa cambi rotta, basta egoismi sui migranti

 

Mogherini a Save the Children

ROMA. – Le ripetute tragedie nel Mediterraneo impongono una “nuova rotta” dell’Europa, che deve abbandonare “l’egoismo”. Lo chiede il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a nome di un’Italia che finora più di altri si è sobbarcata la gestione del maxi-flusso di migranti dalle coste africane. Gli fa eco l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, secondo la quale “è una vergogna che l’Europa si svegli solo di fronte ai morti”.

Una svolta in questo senso potrebbe però arrivare con l’approvazione dell’agenda della Commissione Ue sull’immigrazione, la cui bozza prevedrebbe l’introduzione di quote obbligatorie per l’accoglienza dei rifugiati nei Paesi dell’Unione. Il percorso, però, si presenta ad ostacoli perché c’è già una fronda del ‘no’.

La Festa dell’Europa, nel 65/mo anniversario della dichiarazione di Robert Schuman, consente a Mattarella di invocare un “cambio di rotta” anche nella politica economica contro gli “eccessi di austerità” e di ricordare che “l’egoismo è al di fuori dai valori dell’Unione”. “Meno egoismo” è necessario “per dare lavoro ai nostri giovani”, ma anche “per affrontare in modo positivo il dramma delle migrazioni e svolgere un ruolo efficace di pace in Africa e nel Medio Oriente”, sottolinea il capo dello Stato, che avverte: “L’Europa non è solo un insieme di Stati che convivono nel medesimo continente”. Come a dire: un’emergenza per l’Europa non può essere affrontata soltanto dalla sua sponda sud.

“E’ una vergogna che l’Europa si svegli solo di fronte ai morti”, ammonisce anche Mogherini, ricordando però che “finalmente è stata data una risposta comune” triplicando i fondi per l’operazione di pattugliamento Triton nell’ultimo Consiglio europeo, convocato su richiesta italiana dopo lo shock degli oltre 900 migranti annegati nel Canale di Sicilia lo scorso 18 aprile. Proprio di fronte a quell’ecatombe, a Bruxelles la sensibilità politica sull’immigrazione è cambiata.

Ma la vera svolta potrebbe arrivare mercoledì prossimo, con l’approvazione della nuova agenda elaborata dal commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos, che prevede – riferiscono fonti diplomatiche a Bruxelles – l’introduzione del meccanismo delle quote per la redistribuzione dei migranti in tutti i 28 Paesi Ue. La bozza, tuttavia, avrebbe già ricevuto i ‘no’ di Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca e qualche Paese del Nord, Regno Unito in prima fila. Altro capitolo dell’emergenza immigrazione è il contrasto agli scafisti.

La bozza Avramopoulos prevede anche una missione nelle acque libiche per affondare i barconi, ma la partita deve essere giocata all’Onu. Per questo l’Italia ha preparato una bozza di risoluzione per il Consiglio di sicurezza, presentata dal Regno Unito e sul quale esiste un’intesa anche con Francia, Spagna e Lituania, spiega il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in cui “si fa esplicito riferimento al capitolo 7 della Carta Onu che prevede la possibilità del ricorso all’uso della forza”.

La bozza è all’esame degli altri 11 membri del Consiglio di sicurezza, a partire da quelli permanenti con diritto di veto, e “non ci sono obiezioni di principio da Usa, Cina e Russia”, assicura Gentiloni, che oggi ha incassato la “disponibilità di Mosca a collaborare” in un colloquio con il collega Serghiei Lavrov. Anche su questo fronte, come per il dossier quote, la strada non è spianata. Pesa il no della Libia, da cui dovrebbe partire un’eventuale richiesta di aiuto all’Onu.

Entrambe le ‘anime’ del Paese, infatti, si oppongono agli attacchi contro gli scafisti. Il governo riconosciuto di Tobruk chiede alla comunità internazionale di essere armato per prendere il controllo di tutto il Paese e gestire in autonomia i flussi migratori. Tripoli si appella all’Ue e in particolare all’Italia per creare una forza comune in grado di limitare le partenze dei barconi.

(di Luca Mirone/ANSA)

 

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