Giro d’Italia: Viviani trionfa a Genova, Matthews in rosa

Giro d'Italia 2015: The Italian Cyclist of the Sky Team, Elia Visiani, celebrates on the podium

GENOVA. – Elia Viviani è il primo acuto italiano in un Giro che, almeno finora, ha avuto le sembianze del canguro, storico simbolo dell’Australia, che vince ed esulta con Michael Matthews, seconda maglia rosa dopo quella del connazionale Simon Gerrans, ieri a Sanremo alla guida dell’inarrestabile treno griffato Orica.

Il velocista veronese si è aggiudicato uno sprint all’ultimo respiro, con una potenza degna del pistard che è in lui, sfidando e battendo rivali di lungo corso come il tedesco Andrè Greipel, che si è piantato a un soffio dal traguardo. Straordinaria la progressione dell’uomo del Team Sky che al Giro non aveva mai vinto e che, nel cuore pulsante di una Genova in versione ‘Summer festival’, si è tolto una bella soddisfazione.

“Da una vita aspettavo di vincere al Giro, era dai tempi della Liquigas che ci provavo”, ha confessato. Viviani, come ha ammesso candidamente – senza nemmeno provare a nascondere la propria euforia – ha vinto con “piena soddisfazione”, perché la volata a Genova è stata veloce e al tempo stesso palpitante, con un paio di atleti che hanno seriamente rischiato di schiantarsi sulle transenne. Chissà come commenterà stasera, con la fidanzata Elena Cecchini, anche lei pistard, la volata di Genova, l’encomiabile Viviani, ritenuto a ragione il miglior esponente di un ciclismo che non c’è più: quello su pista, per l’appunto, dove ha vinto tre Europei e una sfilza (13) di Campionati italiani.

Ieri, a Sanremo, aveva fatto festa Gerrans, oggi a Genova è toccato a Michael Matthews brindare con la maglia rosa addosso. Festeggia l’Australia, grazie alle prodezze della squadra di Mattews White, ma esulta anche l’Italia, in questi primi scampoli di Giro. E, se il primato di Matthews era quasi una certezza prima della partenza da Albenga, l’affermazione di Viviani era considerata un’eventualità remota.

La prima del ‘siluro’ della Sky coincide con la settima maglia rosa di Matthews, che un anno fa di questi tempi si era elevato a protagonista assoluto del Giro, restando leader per sei giorni consecutivi. Dell’australiano si ricorda una formidabile vittoria sull’abbazia di Montecassino e sotto il diluvio universale, a testimonianza di una forza indiscutibile. Nei prossimi giorni, grazie anche all’organizzazione della ‘sua’ squadra, non sarà facile spodestarlo dal trono. Sull’Abetone, forse, chissà, qualcuno potrebbe anche provarci. Ma con quante e quali chance?

La tappa di oggi, la prima in linea del Giro 2015, è stata caratterizzata da una lunga fuga e da diverse cadute. Niente a che vedere con lo scivolate dall’anno scorso, accompagnate dalle polemiche sull’asfalto. Dopo il pronti, via, partono Marco Frapporti (Androni), il polacco Lukosz Owsian (Ccc Sprandi Polkowice), Giacomo Berlato (Nippo Vini Fantini), l’albanese Eugert Zhupa (Southeast) e l’olandese Bert-Jan Lindeman (Lotto Jumbo) che, per diversi chilometri, assapora pure il gusto della maglia rosa. I cinque riescono ad acquisire un vantaggio massimo che sfiora i 10′, prima della reazione del gruppo.

I giri finali del circuito cittadino, però, condannano i battistrada a un logico ricongiungimento: nel primo passaggio conservano 45″, a 19 km dalla fine, che poi diventano 30″. Owsiani e Zhupa tengono botta, gli altri tre finiscono nel marasma generale e spariscono. Nella prima caduta della giornata vengono coinvolti, fra gli altri, Haussler, Chavanel, Pelucchi, Kanger, Colbrelli, Dall’Antonia, Pirazzi, Paolini, Gatto, poi tocca a Dayer Quintana finire sull’asfalto. Cadono anche Serry, Belkov, Boem, Dumont, mentre i vari Colbrelli, Pozzovivo e Van den Broeck restano attardati. Finisce con uno sprint interminabile e l’urlo liberatorio di Viviani, che si mischia con il sorriso di Matthews.

(dell’inviato Adolfo Fantaccini/ANSA)

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