Giro d’Italia: l’urlo di Ulissi a Fiuggi, Contador resiste in rosa

Italian rider Diego Ulissi of Lampre team celebrates on the podium after winning the 8th stage of the 97th Giro d'Italia

FIUGGI (FROSINONE). – Tutti aspettavano l’ex iridato belga Philippe Gilbert e invece, sul traguardo di viale IV Giugno, nella termale Fiuggi, ecco l’urlo di Diego Ulissi. Il corridore della Lampre Merida riesce a portare a casa una vittoria nella tappa più lunga del 98/o Giro d’Italia. Una volata magnifica ed esaltante, quella del corridore nato a Cecina 26 anni fa, che nel 2015 era ancora a bocca asciutta.

“La squadra aveva preparato il terreno per Sasha Modolo, invece sono spuntato io. Ho preso la ruota di Gilbert, ma ho capito che non era quella giusta, poi mi sono accodato a Greipel e ho trovato lo spazio giusto”. Ulissi urla, gioisce, esulta, sul traguardo di Fiuggi. Sembra un bomber che ha appena realizzato un gol decisivo. C’è tanta rabbia, forse anche rancore, in quello strepitio. Lo sprinter della Lampre lascia la bici, s’inginocchia e bacia l’asfalto, con un gesto inconsueto. Un’immagine che cancella nove mesi di sofferenza per una squalifica e che forse lo ripaga in parte. O forse no. Tanto che importa. L’importante era lasciare il segno, ricominciare il discorso proprio dove era stato interrotto: al Giro d’Italia.

C’è un altro volto soddisfatto, a pochi metri dal toscano: è quello di Alberto Contador che ieri ha rischiato di dire addio alla corsa e alla maglia rosa, dopo la caduta a 300 metri dal traguardo di Castiglione della Pescaia. Era preoccupato, lo spagnolo della Tinkoff-Saxo, perché la tappa odierna era lunghissima, il tempo incerto, il vento troppo forte. Invece, nonostante la lussazione alla spalla sinistra, è riuscito a portare a termine la propria fatica; il dolore deve avergli concesso un po’ di tregua, anche se – dopo il traguardo – Contador ha detto di “avere sofferto parecchio”, ma non tanto da rinunciare ad alzarsi sui pedali nel tratto finale che portava a Fiuggi.

Contador tira un lungo sospiro di sollievo, alla vigilia della tappa che si concluderà in quota, a Campitello Matese, dove – ammette – “mi sarebbe piaciuto fare qualcosa: attaccare”. Invece, con ogni probabilità (anche se non fa parte del suo codice genetico) cercherà di giocare sulla difensiva. Una strategia tattica, questa, che gli permetterebbe di far trascorre un altro giorno e di avvicinarsi al primo dei due ‘pit-stop’ del Giro, fissato per lunedì 18. In un giorno faticoso per i corridori (un veterano come Tom Boonen ha addirittura accusato la fatica, rinunciando a una possibile azione vincente) resta la gioia di Ulissi, alla terza vittoria di tappa al Giro.

L’atleta della Lampre ha lanciato un urlo che sa tanto di liberazione, ma anche di rivalsa contro la squalifica che gli era stata inflitta proprio dopo i due successi conquistati al Giro 2014: nella Taranto-Viggiano e nella Foligno-Montecopiolo. Il successivo 25 giugno, però, l’Uci diffuse la notizia della sua positività al Salbutamolo, riscontrata al termine dell’11/a tappa del Giro. Il corridore venne sospeso “provvisoriamente” dalla squadra e in seguito la Camera disciplinare per i casi di doping di Swiss olympic confermò la squalifica di nove mesi, riconoscendogli come causa la sola negligenza e non la volontà di migliorare le proprie prestazioni agonistiche.

Morale: Ulissi è tornato alle gare il 26 marzo 2015 di quest’anno e oggi, forse, ha conquistato la vittoria più bella, che sa tanto di liberazione. Una vittoria che vale doppio, perché ottenuta senza alcun treno, dal momento che la squadra stava lavorando per preparare il terreno allo sprint di Modolo.

(dell’inviato Adolfo Fantaccini/ANSA)

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