Regionali: Renzi blinda il governo, nessun effetto dal voto

Matteo Salvini e Matteo Renzi (combo)

ROMA,.- Il voto alle Regionali del 31 maggio non è un referendum sulla vita del governo e su Matteo Renzi. Il premier, per la prima, lascia intravedere la possibilità che la partita che si gioca in sette regioni finisca lontano dal 6 a 1 che qualche tempo fa sembrava a portata di mano: “Fosse anche un 4-3 sarebbe comunque – dice – una vittoria per il Pd. Ma credo che andrà meglio”. E comunque, ci tiene a ribadire anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, “non influenzerà il futuro dell’Esecutivo”.

Scontato il bis della Lega in Veneto, le regioni in bilico sono la Campania governata attualmente dal centrodestra e la Liguria, guidata dal centrosinistra. A rendere ancora più significativo il voto dei liguri è la scissione a sinistra che si è consumata in questa occasione con la candidatura, sostenuta da Pippo Civati, di Luca Pastorino.

Non a caso, domani Renzi sarà a La Spezia a fianco di Raffaela Paita ed è probabile che la chiusura della campagna elettorale sia a Genova, città che potrebbe essere la tappa finale anche per Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. Divisioni che potrebbero aiutare la vittoria di Giovanni Toti (Fi): “Perderete – è la previsione del candidato per il centrodestra alla presidenza della Regione – e sarà una sconfitta che farà bene alla regione e anche al Pd da queste parti”.

Se il Pd dovesse incassare solo 4 regioni su 7, è però il refrain condiviso di Lega e Forza Italia (risultato che sarebbe visto anche dalla minoranza Pd come un altolà alla linea scelta da Renzi in questi mesi), si aprirebbe un nuovo capitolo che investirebbe la stabilità del governo e così come accadde 15 anni fa con D’Alema il premier, sostengono, dovrebbe dimettersi.

“Le elezioni di domenica prossima – è la tesi del leghista Roberto Calderoli – saranno un referendum su Renzi e sarà un imperativo per tutti mandare a casa lui e il suo governo”. E, convinto di incassare oltre il Veneto anche un ottimo risultato percentuale complessivo, Matteo Salvini già si candida a essere lo ‘sfidante’ del premier: “Saremo il primo partito alternativo a Renzi” e in questo caso “io ci sono – annuncia il leader del Carroccio – non mi tiro indietro”.

Nonostante manchi ancora una settimana, la Lega sembra quindi aver già archiviato la campagna elettorale per guardare ai futuri equilibri anche nel centrodestra. Nessuna intenzione di rottamare il Cavaliere, assicura Salvini che però si dice convinto del fatto che Berlusconi debba cambiare passo e guardare avanti.

Da parte sua l’ex presidente del Consiglio spera ancora di incassare un buon risultato la prossima settimana e prepara il rush finale che parte dal salotto di Fabio Fazio su RAI3 e finisce venerdì 29 in Liguria, con il sogno di poter festeggiare la sconfitta del centrosinistra.

(di Chiara Scalise/ANSA)