Regionali: il vescovo di Assisi, “riducetevi gli stipendi”

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ASSISI (PERUGIA). – Richiama le parole con cui San Francesco “vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole” augurava “salute e pace” ai “politici” del suo tempo e chiede a chi sarà eletto alle regionali di autoridursi “stipendi e simili privilegi” il vescovo di Assisi monsignor Domenico Sorrentino. Che in un messaggio augura di non lasciarsi “intrappolare da schemi di ‘geometria’ parlamentare”, auspicando che i “rapporti con gli elettori o con le lobbies e gli interessi di parte non vi leghino anche la coscienza”.

“Quale che sia la vostra parte politica – scrive monsignor Sorrentino -, desidero innanzitutto esprimervi la stima della Chiesa. E’ opinione corrente che la politica sia una cosa sporca. Ma essa è piuttosto una grande forma di ‘carità’, naturalmente a condizione che sia svolta con spirito di servizio e interamente rivolta al ‘bene comune'”.

Per il vescovo di Assisi “non è cosa buona” se tanti cittadini sono tentati dall’astensionismo ma “purtroppo qualche ragione c’è”. “Troppi interessi personali, troppa corruzione, troppo sperpero di danaro pubblico – aggiunge -, mentre una crisi economica getta lavoratori, disoccupati, giovani e famiglie in preda all’angoscia. È insopportabile. Tocca ai ‘reggitori dei popoli’, come vi chiamerebbe San Francesco, dare un segnale. Un primo, concreto ed eloquente, potrebbe essere di cominciare il vostro mandato con l’autoriduzione dei vostri stipendi e simili privilegi. Si può certo comprendere che l’attività politica comporti spese aggiuntive. Ma che gli emolumenti, a parità di condizioni, si stacchino vistosamente dalla remunerazione media di tanti cittadini, è inaccettabile”.

Per il presule “la politica è anche arte di mediare”. “Per questo – sottolinea – la Chiesa non sceglie a priori nessuna parte, tanto meno interferisce nelle dinamiche elettorali. Al tempo stesso non si lascia ‘zittire’ da un discutibile senso della ‘laicità’. La Chiesa non può non avere a cuore la ‘polis’, perché ha a cuore l’uomo”. “Una deriva della politica – sottolinea ancora monsignor Sorrentino – è la tendenza a fare dei parlamenti il luogo in cui si legifera anche a dispetto della legge di Dio, ad esempio in tema di rispetto della vita. I comandamenti di Dio non sono materia di discussione”.

“Parlare di destra o sinistra, di progressismo o tradizionalismo, di laico o di cattolico – afferma ancora -, quando sono in gioco valori riguardanti la vita dell’uomo, la sua dignità, la famiglia, la pace, il lavoro, è linguaggio ambiguo che rischia di ingabbiare le coscienze in schemi non adeguati alla posta in gioco. Che significa porre il marchio di ‘sinistra’ o di ‘progressista’, a chi si batte per il lavoro e la sua dignità, per il rispetto e l’accoglienza degli immigrati, per la pace e la non proliferazione delle armi, e di destra e di tradizionalista a chi si batte perché i bimbi non siano uccisi prima ancora di nascere, perché la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna sia rispettata come cellula fondamentale della società evitando la confusione con altri tipi di unione, perché l’identità maschile e femminile sia preservata dalla confusione di matrice ideologica, perché il rispetto dell’essere umano giunga fino all’estremo limite della vita?”.

“Il Signore – è l’auspicio di monsignor Sorrentino – vi doni di prepararvi al vostro mandato, di governanti o di oppositori, mettendovi davanti agli occhi la situazione dei giovani, dei lavoratori, dei disoccupati, delle famiglie, degli immigrati, degli anziani e dei malati. Ripartiamo dalla fragilità per metterla al centro e non alla periferia dell’azione politica”.

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