Putin, giù le mani dal Mondiale. Il Cremlino attacca ingerenza di Washington

Russian President Vladimir Putin attends business forum in Moscow

MOSCA. – Si gioca anche in campo sportivo, con il controllo della Fifa in palio, la nuova guerra fredda tra Usa e Russia scatenata dalla crisi ucraina. Dopo gli arresti dei dirigenti della Federazione internazionale del calcio, Putin si e’ presentato nei panni del portiere e dell’attaccante: da un lato per respingere le insinuazioni di corruzione sull’assegnazione del torneo alla Russia nel 2018, dall’altro per accusare gli Usa di “intromettersi illecitamente” negli affari della Fifa per impedire la rielezione di Blatter al vertice dell’organizzazione, dopo le “pressioni” da lui subite per boicottare la candidatura di Mosca.

Una rielezione che sta spaccando il mondo, e non solo quello dello sport, secondo la logica dei blocchi del dopoguerra: se la Federazione russa e la Confederazione asiatica gli hanno riconfermato il loro appoggio, il presidente dell’Uefa Michel Platini ha annunciato, dopo avergli chiesto inutilmente di farsi da parte, che “la stragrande maggioranza dei paesi europei voterà il principe Alì bin Al Hussein”, fratello del re giordano Abdallah.

Il premier britannico David Cameron ha chiesto addirittura le dimissioni di Blatter, mentre il ministro degli esteri francesi Laurent Fabius ha sostenuto la proposta di rinviare il voto. Ma a scaldare lo stadio dell’opinione pubblica mondiale è stato Putin, nel timore che lo scandalo possa lambire il Cremlino e gettare ombre su un Mondiale che, oltre a fare da volano anti crisi, dovrebbe suggellare la fine del suo terzo mandato ed essere il viatico di quello successivo.

“L’indagine Usa sui dirigenti della Fifa è un chiaro tentativo di impedire la rielezione di Blatter”, ha tuonato il presidente russo. Non solo. Per Putin è anche “l’ultimo evidente tentativo da parte degli Usa di estendere la propria giurisdizione su altri Paesi”. A suo avviso, infatti, gli arresti dei dirigenti Fifa in Svizzera “sembrano quantomeno molto strani, perche’ sono stati effettuati su richiesta della parte americana… ma è ovvio che gli Usa non hanno nulla a che fare con questo”.

“Sono funzionari internazionali, non sono cittadini americani, e se è successo qualche cosa, non ha avuto luogo sul territorio degli Usa”, ha proseguito. Delle 14 persone accusate dagli Usa, solo due hanno la cittadinanza americana. In ogni caso la vicenda non avrà riflessi sui Mondiali russi: “se qualcuno ha fatto qualcosa di sbagliato”, la Russia “non ha nulla a che fare con questo”, “non ci riguarda”.

Posizione ribadita dal ministro dello sport russo, Vitali Mutko: “Non c’e’ il rischio di perdere i Mondiali di calcio, la nostra campagna per la presentazione della richiesta e’ stata condotta onestamente. La Russia non è coinvolta nella corruzione”, ha assicurato, nonostante il fenomeno sia una delle piaghe del Paese.

La candidatura russa era stata lanciata da Putin nel 2009, anche con la regia dello stesso ministro Mutko, già presidente della Federcalcio russa e ritenuto uno degli amici più stretti del presidente.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)