Con la settimana di 100 ore, il rischio di suicidi aumenta a Wall Street

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NEW YORK. – Orari massacranti da 100 ore di lavoro alla settimana. Poco tempo libero e mancanza di sonno. Per i giovani banchieri e stagisti la vita a Wall Street e ‘ dura. Talmente dura che alcuni non ce la fanno, come dimostrano i numerosi decessi e i suicidi dello scorso anno, che hanno spinto i colossi di Wall Street a riflettere e rivalutare le proprie politiche lavorative. Una riflessione che arriva a due settimane dalla ‘piaggi’ di stagisti che sbarchera’ nell’industria per l’estate.

I dipendenti dell’industria finanziaria sono a piu’ alto rischio di suicidio rispetto a quelli di altri, con una probabilita’ di togliersi la vita 1,5 volte piu’ alta rispetto alla media americana. Le categorie a piu’ alto di rischio di suicidio negli Stati Uniti sono medici, dentisti e veterinari.

”E’ sempre difficile legare direttamente una morte o un possibile suicidio alle condizioni di lavoro” afferma il New York Times, sottolineando che la serie di morti a Wall Street e’ pero’ superiore ”a un livello di semplice coincidenza”.

Molte banche di Wall Strete hanno rivisto negli ultimi anni le proprie politiche per i giovani banchieri per affrontare il problema ma anche per combattere la concorrenza della Silicon Valley per i giovani talenti. La revisione e’ stata avviata nel 2013 dopo la morte di uno stagista di 21 anni a Bank of America Merrill Lynch dopo tre notti consecutive insonni. La causa ufficiale del decesso e’ stata l’epilessia.

Da quel momento i colossi hanno adottato strategie diverse: Goldman Sachs ha imposto il sabato libero, lo stesso ha fatto Credit Suisse invitando anche a evitare le email. Bank of America richiede invece almeno 4 giorni senza lavorare al mese durante i fine settimana.

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