Fmi taglia il Pil degli Usa. La Fed aspetti il 2016 per l’aumento dei tassi

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NEW YORK.- L’economia americana continua a crescere e a creare posti di lavoro. Ma lo fa a ritmo lento, crescendo sotto il suo potenziale: il pil dell’Azienda America salira’ sia quest’anno che il prossimo meno delle attese, registrando rispettivamente un +2,5% e un +3%. E anche per questo la Fed dovrebbe attendere fino alla prima metà del 2016 per aumentare i tassi di interesse.

L’appello alla Fed per una maggiore ‘pazienza’ arriva dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Una serie di shock negativi, incluso l’inverno rigido e il dollaro forte, hanno frenato l’economia nel primo trimestre, costringendo il Fmi a tagliare le stime dal 3,1% per il 2015 di aprile all’attuale +2,5%.

Al netto di sorprese sulla crescita e sull’inflazione la Fed dovrebbe rimandare il suo primo aumento dei tassi in quasi dieci anni alla prima metà del 2016, così da attendere “segnali più forti su salari e prezzi”. L’inflazione non raggiungerà infatti l’obiettivo del 2% della Fed fino al 2017. Data “la significativa incertezza sulle prospettive di inflazione” la Fed potrebbe “aspettare prima di alzare i tassi”, considerando anche che in gioco c’è la sua credibilità.

“Aumentare i tassi troppo presto potrebbe causare una stretta delle condizioni finanziarie maggiore delle attese, facendo fermare l’economia. Questo spingerebbe la Fed a invertire direzione, riportare i tassi a zero con costi in termini di credibilità”, mette in evidenza il Fondo, che considera il dollaro “moderatamente sopravvalutato” con un impatto negativo sull’economia.

“C’è il rischio che un ulteriore pronunciato apprezzamento possa essere dannoso”,, precisa il Fmi. A pesare sull’economia americana oltre al dollaro è anche il contrasto globale. Gli Usa non corrono “rischi alti” dalla crisi della Grecia, afferma il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde. Ma guardano con interesse agli sviluppi nell’area euro, all’interno della quale la performance dell’Italia è migliore delle attese, con prospettive positive – mette in evidenza Confindustria – anche per i consumi.

“Dobbiamo crescere”, dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. ”Gli ‘zero virgola’ non bastano” aggiunge Squinzi, precisando che di ”buono c’e’ che abbiamo smesso di scendere”. ”C’e’ un po’ di fiducia ma aspettiamo di vedere se siamo fuori”.