Servizi segreti: secondo Strasburgo, in Italia c’è scarso controllo

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STRASBURGO. – Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica italiana, il Copasir, non ha poteri sufficienti per assicurare un controllo effettivo dei servizi segreti, ed evitare che possano violare i diritti dei cittadini italiani o di altri paesi. È il giudizio di Nils Muiznieks, commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, che tuttavia lancia lo stesso allarme per tutti i paesi membri dell’organizzazione paneuropea.

In un documento di quasi 80 pagine Muiznieks, che da mesi sta incontrando regolarmente i responsabili degli 007 e quelli degli organismi che devono sorvegliarli, passa in rassegna gli standard internazionali che devono essere applicati e le procedure che vengono seguite dagli Stati. E il risultato è che nessun paese passa il test, neanche quelli con i sistemi migliori, come i Paesi Bassi e la Norvegia.

Secondo il commissario questo è tanto più grave se si considerano le rivelazioni, come quella delle operazioni della Cia e gli ultimi scandali sulla sorveglianza di massa condotte dall’Nsa facilitate entrambe dai servizi europei, e il fatto che le risorse e le capacità degli 007 stanno aumentando, ma non quelle di chi deve controllarli.

“Tenuto conto di questo insieme di elementi, credo che il sistema italiano di controllo, rafforzato in questi ultimi anni, non è tra i più robusti che ho visto in Europa” osserva Muiznieks. Pur ritenendo che la riforma del 2007 “sia stato un passo avanti”, il commissario afferma che il Copasir non è dotato di poteri sufficienti ed essenziali per assicurare un controllo democratico e effettivo dei servizi segreti.

Al Copasir manca il potere di ottenere, senza dover ricorrere a procedure particolari, tutte le informazioni sulle operazioni condotte dagli 007. Gli manca anche quello di poter andare a ispezionare le sedi dei servizi segreti, un potere che è stato dato agli organismi in Olanda e Norvegia, o quello che ha la commissione parlamentare tedesca di autorizzare o meno le attività di sorveglianza condotte dai servizi segreti.

“Il mio rapporto dimostra che garantire un controllo indipendente su tutte le attività dei servizi, un sistema di autorizzazione delle operazioni, anche quelle di sorveglianza, e un sistema che permetta ai cittadini di ricorrere contro i servizi se questi hanno leso i loro diritti, non riduce affatto l’efficacia dell’azione dei servizi, ma al contrario aumenta la credibilità dei governi di fronte all’opinione pubblica” conclude Muizniks.

(di Samantha Agrò/ANSA)

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