Confcommercio, ripartono i consumi ma ancora lontani dalla pre-crisi

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RHO (MILANO). – La Confcommercio vede la ripresa dei consumi tanto che stima per quest’anno un +1,2% e un prodotto interno lordo a +1,1% (+1,4% nel 2016). Ma per tornare ai livelli pre-crisi bisognerà aspettare diversi anni: solo infatti tra 15 anni, nel 2027, si tornerà al pil procapite del 2007. “Finalmente siamo davanti ai primi segnali di ripresa”, “effettiva, seppure timida”, afferma il presidente, Carlo Sangalli che dal palco del Centro Congressi della Fiera di Rho, in occasione dell’assemblea annuale, torna a chiedere la riduzione della spesa pubblica così da favorire la crescita.

Non basta, quindi, il miglioramento dei consumi che ad aprile hanno registrato, sulla base delle stime del Centro studi della Confederazione, una crescita congiunturale dello 0,5%, la più elevata degli ultimi due anni, dopo un marzo piatto (-0,1%). Serve un passo in più anche perché, come scrive in un messaggio il Capo della Stato, Sergio Mattarella si è di fronte ad “una stagione di importante cambiamento, contraddistinta da una ripresa dell’attività economica anche in Italia”. Ci “sono segnali iniziali” di ripresa economica, rileva il presidente della Repubblica “che appaiono incoraggianti e di straordinaria valenza dopo i lunghi anni segnati dalla crisi e che inducono a moltiplicare gli sforzi per approfondire il percorso delle riforme indispensabili per ammodernare l’Italia”.

Le riforme appunto. E, in questo senso, il presidente della Confcommercio sottolinea che con Jobs Act “il Governo è andato finora nella giusta direzione”, ora “sul tema del lavoro è tempo” però “di semplificazione” delle norme, e “di tutti quegli adempimenti e quei controlli eccessivi”. Sangalli parla poi della rappresentanza: “Associarsi è un diritto costituzionale, non è un’ambizione corporativa. Per questo meritiamo buone regole sulla rappresentanza che siano sintesi delle realtà vive e non potere di veto, che valorizzino responsabilità e differenze senza ambizioni da sindacato unico”.

Tra i temi anche le clausole di salvaguardia: se scattano “addio ripresa”, dice. In questo senso arrivano le rassicurazioni del ministro dello Sviluppo economico. C’è la “ferma intenzione del Governo a non far scattare le clausole di salvaguardia: se vogliamo un Paese dove l’impresa è viva, dobbiamo smetterla di tassarla a morte”, afferma Federica Guidi tra gli applausi.

Il ministro incassa però anche qualche fischio quando nel suo intervento parla di recessione “alle spalle” e di ripresa. E la platea torna a rumoreggiare quando la Guidi dice: “con gli 80 euro e il taglio dell’Irap abbiamo contribuito, rispettivamente, alla ripartenza dei consumi e a rendere meno distorsivo il sistema tributario per le imprese”.

Il ministro va avanti e poi replica: “abbiamo fatto quello che abbiamo potuto per invertire la tendenza. Siamo perfettamente consapevoli che non abbiamo finito ma da qualche parte bisognava cominciare”. E, infine, aggiunge: “Non so quanti di voi avrebbero scommesso che in soli 12 mesi il Governo avrebbe potuto mettere in campo questa cassetta degli attrezzi”.

(di Fabio Perego/ANSA)

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