Renzi cerca una via d’uscita di fronte alla nuova emergenza profughi

Immigrazione: Alcuni immigrati alla stazione centrale di Milano (ANSA)

ROMA. – Matteo Renzi cerca una via d’uscita di fronte alla nuova emergenza profughi. Nella giornata in cui la Francia chiude Ventimiglia e a Roma viene allestita una tendopoli, riaccendendo le polemiche da parte delle opposizioni, il premier decide di convocare le Regioni e fa sapere che gli incontri in agenda con il numero uno inglese David Cameron e il primo ministro Francois Hollande, previsti rispettivamente il 17 e il 21 giugno all’Expo, avranno anche l’immigrazione fra i temi sul tavolo.
Anche perchè proprio con la Francia rischia di innescarsi – se non un caso diplomatico – certamente un periodo di tensioni che rischiano di superare la striscia di confine di Ventimiglia.

Due i punti chiave da risolvere: quello relativo alle quote, vale a dire alla redistribuzione dei richiedenti asilo, e quello delle risorse. I profughi – ribadisce la vicesegretaria del Pd Deborah Serracchiani – “non sono un problema italiano” e l’Unione europea e e gli Stati membri sono colpevoli di un “atteggiamento miope” che non fa altro che “favorire gli estremismi”.

E’ ora, incalza il Pd, che aprano “gli occhi e intervengano subito, e concretamente”. A partire dalla necessità di mettere in campo più fondi: “60 milioni – mette infatti in chiaro il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni – non sono un impegno sufficiente”. In vista del prossimo vertice europeo, previsto per il 25 e il 26 giugno, il governo è pronto dunque a battersi, assicura il responsabile della Farnesina, “per una cosa che serve all’Italia ma che soprattutto serve all’Europa per avere un ruolo politico e una coscienza sul tema dell’immigrazione”.

Il che vuol dire, spiega Serracchiani, che “faremo una forte, decisa, pressione affinché passi l’unica linea che serve: redistribuzione e selezione tra profughi di guerra e migranti ‘economici'”. Un passaggio quest’ultimo, che insieme ad un’accelerazione sul fronte dell’identificazione dei migranti, andrebbe incontro ad alcune delle richieste che arrivano da Oltralpe.

Il governo, d’altro canto, ha sempre saputo che il negoziato sarebbe stato difficile, ma “lavoriamo – dice il sottosegretario con delega all’Ue Sandro Gozi – perché tutti i punti dell’agenda immigrazione vengano accettati al vertice europeo di fine giugno”. Anche perché i tempi sono ristretti: “Bisognerà lavorare molto nelle prossime settimane – assicura sempre Gozi – perché a luglio la redistribuzione deve partire”.

E se è vero, chiosa Gentiloni, che la proposta della Commissione Ue per fronteggiare l’emergenza immigrazione “non è una bacchetta magica” è vero che “se l’Europa non fa almeno questo passo sarà una sconfitta terribile”.

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