Moda: Giorgio Armani, maschia leggerezza

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MILANO. – Come è difficile la leggerezza maschile! Come è complicato per un uomo essere leggero senza essere ridicolo o banale, come nella vita così nella moda, verrebbe da dire! Giorgio Armani ha messo in passerella una incantevole collezione maschia e serena, con quella giusta dose di leggerezza e di contaminazione gentile che fa di una sfilata un momento di vera eleganza. In mezzo alla passerella una installazione artistica che ricorda l’erba – la collezione infatti è quella per la prossima primavera – e tutt’intorno ecco una moda sempre diversa ma sempre coerente: stavolta “è stata – spiega lo stilista – una operazione di eliminazione, c’è un po’ meno di tutto” per dare un’idea di essenzialità, in un melange sofisticato di materiali, di segni, di forme.

La giacca da Armani “non è neanche messa in discussione” ma la camicia sì, sostituita da studiate t-shirt e anche da un “blusotto” maschile che sta benissimo sotto il blazer ed è perfino provocatorio. Lo stilista scherza su questo aspetto dicendo: “ecco, se vedessero Renzi vestito così, invece che con la sua solita camicia bianca, direbbero ma cosa si è messo addosso!”.

Il discorso va subito al tema della provocazione. Ne stiamo vedendo tanta, sulle passerelle milanesi: “trovo che ci sia un gioco eccessivo di provocazioni che è controproducente. Io non ci sto! Non mi voglio mettere in cattedra, ma non mi torna, è facile fare una sfilata provocando, tutto però ha un costo mentre poi non ha un risultato di vendita.

La provocazione e il coraggio ci vogliono – eravamo coraggiosi anche negli anni sessanta con le giacche a fiori – ma questo tipo di eccesso produce capi da mettere più che altro in esposizione per mostrare la creatività libera. Altra cosa è vendere abiti e suggerire tendenze”. E i suoi suggerimenti puntano su una miriade di completi spezzati, ogni combinazione diversa dall’altra con accostamenti personalizzati di leggeri principe di Galles, materiali a rilievo, fluidità di seta, leggerezza di cotone, eleganza di lino.

La giacca corta e stretta come un cardigan ha un effetto svettante sui pantaloni morbidi, meno scostante della cravatta è il cache-col arrotolato che incornicia il viso. L’ampiezza dei calzoni può essere corretta da un elastico, da stringere sull’orlo o anche più sopra, ottenendo dei pantaloni alla zuava per andare in bicicletta (ne compare una anche in passerella) e per avere un atteggiamento urbano meno da guidatore di gigantesco fuoristrada e più da elegante ciclista.

E’ un gusto cosmopolita ma molto milanese (città cui anche oggi lo stilista ha fatto una vera dichiarazione d’amore) da suggerire anche al professionista che vuole essere più attuale: i colori vanno dai grigi cittadini al rosa maschile, dagli azzurri polvere ai tanti beige che solo Armani conosce. Ci sono pure le ragazze in passerella, e c’è quel tanto di omogeneità di stile, di contaminazione tra i generi e di necessaria differenza tra i sessi che fanno lo stile di questa moda.

(Roberta Filippini/Ansa)