Europei U21: Svezia pari all’89’, tornano ombre biscotto

UEFA European Under-21 championship

ROMA. – Addio Europei e, soprattutto, Olimpiadi di Rio. La Giovane Italia di Di Biagio lascia con rabbia e malinconia il torneo in Rep. Ceca e torna con la coda tra le gambe a casa. Non basta il 3-1 sugli inglesi per passare il turno perche’ il Portogallo si fa raggiungere dalla Svezia all’ultimo minuto confezionando il pari che qualifica entrambe le squadre. E torna, a nauseare gli azzurri, il perfido sapore di un biscotto, che ancora una volta va indigesto.

Questo comunque non assolve gli azzurrini, che si sono messi nelle condizione di dipendere dagli altri lasciandosi rimontare dalla Svezia e non riuscendo a bastonare un Portogallo molto bene assemblato. Ma a far star male l’Italia e’ un’altra circostanza: c’era sempre di mezzo la Svezia (tanto cara al Belpaese del pallone per il Gre-No-Li, Hamrin, Ibrahimovic e frotte di campioni) nel biscotto piu’ famoso che 11 anni fa ha contribuito a estromettere gli azzurri dagli europei 2004.

I fatti sono noti: l’Italia comincia male con la Danimarca, Totti sputa a Poulsen ed e’ inchiodato dalla prova tv, all’ultimo turno il Trap fa inutilmente gli scongiuri: a Danimarca e Svezia serve proprio il 2-2 per passare e il risultato si concretizza sempre all’89’. Jonson approfitta dell’errore del portiere e la Svezia si salva a spese dell’Italia.

Polemiche a non finire, con i giornali di entrambi i paesi che riportano un dialogo tra lo svedese Edman e il danese Jensen che fanno esplicito riferimento al 2-2 prima del fischio di inizio. Ma non sempre i sospetti trovano poi il riscontro dei fatti: nel mondo dello sport ci sta anche la comunanza di interessi per un risultato che matura in campo, diverso l’accordo preventivo.

E il calcio, squassato dal cancro delle scommesse, dagli illeciti sempre piu’ frequenti nelle serie minori, dalle ipotesi di reato che arrivano fino ai vertici della Fifa, ricorda di malavoglia gli scandali piu’ eclatanti affiorati negli anni. Il piu’ famoso e’ lo sconcertante 6-0 che l’Argentina rifila al Cile nella prima fase dei mondiali 1978, proprio il risultato che elimina il Brasile e consente alla dittatura argentina di mettere il silenziatore alla tragedia dei desaparecidos. Poi vengono alla luce le pressioni subite dal portiere peruviano (ma nato a Rosario) Quiroga.

Quattro anni dopo lo scandalo e’ piu’ sottile, la comune convenienza confeziona l’1-0 tra Germania e Austria che fa fuori l’Algeria che aveva avuto l’ardire di mandare ko i tedeschi nella gara d’esordio. Ma ombre coinvolgono anche Italia e Camerun che chiudono 1-1 una gara chiacchierata. Poi gli azzurri mettono il turbo, si risveglia Paolo Rossi e a Madrid e’ trionfo mondiale festeggiato da un Pertini sorridente.

Un altro polverone coinvolge nelle qualificazioni agli Europei 1984 la Spagna: batte 12-1 Malta e recupera il gap di gol facendo fuori l’Olanda. Gli orange protestano ma l’Uefa non batte ciglio. Stessa cosa accade dopo il rocambolesco 7-1 del Lione in casa della Dinamo Zagabria (sei gol in mezz’ora) con le telecamere che immortalano l’occhiolino di un difensore croato all’attaccante Gomis, autore di un poker. A piangere e’ l’Ajax che perde 3-0 col Real e si fa eliminare schiumando rabbia. Olanda come Italia, bersagliate dal destino che aiutano mettendosi nelle condizioni di dipendere dagli altri, con un’avversione comune ormai per i biscotti.

(di Giorgio Svalduz/ANSA)