Grecia: banche chiuse. Scende in campo la Banca Centrale Europea

Greece Bailout

ROMA. – Banche greche chiuse per una settimana e Banca Centrale Europea di nuovo in prima linea per fermare un eventuale contagio verso gli altri Paesi periferici dell’Eurozona, che potrebbe essere innescato dal possibile fallimento di Atene. Intanto, a borse chiuse, l’agenzia Standard & Poor’s ha di nuovo tagliato il rating di Atene sul debito a lungo termine portandolo da CCC a CCC- con outlook sempre negativo. Secondo S&P’s il default della Grecia è probabile nei prossimi sei mesi.

Il premier ellenico Alexis Tsipras ha deciso di abbassare le serrande degli istituti di credito del Paese e imposto anche controlli ai movimenti di capitale dopo che la Bce non ha potuto alzare i prestiti di emergenza a causa del mancato accordo tra Grecia e creditori. Nelle ultime due settimane i risparmiatori in Grecia hanno prelevato dalle banche oltre 8 miliardi di euro, riferisce l’agenzia di rating Moody’s, sottolineando che i depositi presso gli istituti di credito ellenici da parte dei privati sono crollati di 44 miliardi di euro a 120 miliardi dalla fine di novembre.

L’ossigeno della Bce è dunque fondamentale per tenerle in vita ed evitare il collasso totale del sistema finanziario ellenico. L’Istituto guidato da Mario Draghi resta sempre “pronto” a rivedere la liquidità di emergenza (Ela) in qualsiasi momento, e a mettere in campo “tutti gli strumenti” disponibili per mantenere la stabilità dei mercati finanziari, dopo essere “precipitati in acque inesplorate”, ha rassicurato Francoforte.

Draghi, insieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel, avrà quindi “l’ultima parola” nel decidere se “il futuro dell’Eurozona sarà con la Grecia o senza la Grecia”. Secondo diversi analisti, la Bce per mantenere la stabilità dei mercati in questa fase di alta volatilità dovrebbe aumentare il ritmo degli acquisti di titoli di Stato attraverso il piano di quantitative easing, attualmente a 60 miliardi di euro al mese almeno fino a settembre 2016, e attivare contemporaneamente anche l’Omt, il cosiddetto scudo antispread messo a punto da Draghi a settembre 2012 per salvare l’euro, ma mai lanciato.

Temi questi che saranno certamente discussi dal Board Bce mercoledì prossimo nella riunione del consiglio direttivo. Atene potrebbe comunque avere ancora un po’ di tempo prima di dichiarare bancarotta. Secondo indiscrezioni, a Bruxelles si starebbe discutendo di un accordo col Fondo Monetario Internazionale e il Fondo Salva-Stati (Efsf) affinché non pretendano rimborsi immediati.

Atene, secondo il Wall Streat Journal, non pagherà la tranche del Fmi. Ma il mancato pagamento “non significa default immediato”, ha detto il membro del consiglio direttivo della Bce, Ewald Nowotny. Tecnicamente infatti, secondo le norme del Fmi, Atene va in ‘arrears’ ossia in arretrati col pagamento, come già successo in passato con Somalia, Zimbabwe e Cuba.

(di Alfonso Abagnale/ANSA)