Grecia: Bce studia mosse, mercati e Btp sotto pressione

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ROMA. – La serie di continui ‘stop and go’ sulla Grecia lascia i mercati anche oggi in negativo, con il Btp italiano che registra un deciso rialzo dei rendimenti in asta, anche se, fra gli operatori, l’impatto di un ‘Grexit’ è una preoccupazione non immediata. Ma nonostante le riaperture dell’ultimo minuto, le distanze restano. Ed è la Bce a decidere sulle sorti immediate della Grecia.

Il consiglio direttivo si riunisce a Francoforte per decidere – a detta del governatore austriaco Ewald Nowotny – se estendere l’attuale liquidità d’emergenza (ELA) che tiene a galla le banche greche. Liquidità che la Bce ha praticamente ‘congelato’, quando il negoziato è precipitato nel weekend, a circa 89 miliardi di euro dopo averla aumentata progressivamente nei mesi passati. Il non avere liquidità aggiuntiva che compensi la fuga dai depositi bancari ha costretto Atene a chiudere gli sportelli e limitare i prelievi al bancomat: una paralisi dell’economia.

Oggi Standard & Poor’s non ha esitato a dichiarare il ‘default selettivo’ dei quattro maggiori istituti di credito, Piraeus, Alpha, Eurobank, National Bank of Greece. Uno ‘stop’ all’ELA, invece, farebbe collassare le banche, dando l’innesco vero e proprio del ‘Grexit’. Una mossa prematura, nonostante il non accordo Grecia-creditori e il probabile mancato pagamento al Fmi entro il termine di oggi. Peraltro, con le banche formalmente ‘solvibili’, chiudere i rubinetti non avrebbe una forte base legale.

Ma anche un aumento dell’ELA, che consentirebbe di riaprire le banche, appare poco coerente con la linea negoziale (dura) della Bce. Francoforte sembra invece orientata a mantenere le banche in vita (ma operativamente disabilitate) semplicemente rinnovando i prestiti Ela sui livelli attuali, in attesa dei prossimi sviluppi.

L’esito del referendum del 5 luglio, dove un ‘no’ potrebbe indurre la Bce a tagliare l’ELA: sarebbe un esito “grave” secondo Nowotny. E soprattutto il 20 luglio, data in cui la Grecia deve 3,5 miliardi alla Bce: l’insolvenza verso Francoforte avrebbe ripercussioni sulla solvibilità delle banche garantita proprio dal governo ellenico. Difficile che la Bce possa prolungare l’ossigeno. E’ un percorso stretto che però lascia l’ipotesi ‘Grexit’ sullo sfondo, non immediata.

La Bce, poi, è pronta a usare la “ampia discrezione”, appena garantitagli dalla Corte europea di giustizia (parola di Benoit Coeuré), per intervenire da pompiere nello scenario peggiore. Per questo, sui mercati non è il panico: l’euro recupera (1,1150 dollari da 1,11 di ieri), le borse sono in rosso ma senza crolli oggi (Milano -0,48%, Londra -1,5%, Francoforte -0,91%, Parigi -1,63%). Lo spread è persino in calo, a 157 punti base da 159 di ieri per l’Italia, ma i Btp oggi in asta non possono non registrare il drastico peggioramento del clima rispetto a un mese fa: i tassi balzano all’1,25% (da 0,85%) per il 5 anni, al 2,35% (da 1,83%) per il dieci anni.

“Nonostante il difficile contesto di mercato” – spiega Chiara Manenti di Intesa SanPaolo – “il rapporto di copertura si è mantenuto elevato sui Btp”. Italia al riparo comunque vada, dunque? no. Secondo Luigi Zingales, economista e accademico alla Chicago Booth, un ‘no’ al referendum domenica rende “molto probabile” l’addio all’euro. E a quel punto i mercati guarderebbero al precedenti chiedendosi chi è il prossimo. “Nel lungo termine, l’Italia rischia di essere la prossima Grecia”.

(di Domenico Conti/ANSA)

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