Usa: 5,6 milioni di posti di lavoro in due anni, ma i salari sono fermi

La stazione della metropolitana di Wall Street.
Listini in forte calo con Mnuchin, Draghi e Brexit. Timori Cina

Financial Markets Wall Street

NEW YORK.- L’economia americana continua a creare nuovi posti di lavoro. A giugno sono stati 223 mila (un po’ meno del previsto), col tasso di disoccupazione sceso ai minimi da sette anni, attestandosi al 5,3%. La Casa Bianca rivendica ben 5,6 milioni di assunzione solo negli ultimi due anni, la crescita piu’ forte dell’occupazione Usa dal 2000. Ma non e’ tutto oro quel che luccica.

E, oltre alle luci, gli analisti vedono nei dati diffusi dall’amministrazione Obama anche alcune ombre: una crescita ancora troppo lenta dei salari e un numero crescente di americani che rinunciano alla ricerca di un lavoro. Anche cosi’ si spiega il calo del tasso di disoccupazione dal 5,5% di maggio al 5,3% di giugno. Con il tasso di partecipazione al mercato del lavoro sceso in un mese dal 62,9% al 62,5%. Certo, nel complesso non si puo’ parlare di numeri preoccupanti.

Anzi, l’economia e il mercato del lavoro negli Usa mostrano molta piu’ vitalita’ che in tanti altri Paesi, a partire dall’Europa. Ma le ombre confermano come ancora ci sia molto da fare per raggiungere l’obiettivo della piena ripresa. E le ombre non possono che creare apprensione in un momento in cui vige la massima incertezza sull’esito della crisi greca, e sull’impatto che un default di Atene e una sua possibile uscita dall’euro potrebbe avere sull’economia globale, dunque anche quella americana.

Il presidente Barack Obama negli ultimi giorni ha insistito sul fatto che le conseguenze di una Grexit sugli Usa sarebbero minime, non come nel Vecchio Continente che e’ piu’ esposto verso Atene. Ma Wall Street non nasconde i timori, con i principali indici che continuano a perdere punti a conclusione di una settimana non di certo brillante.

Gli occhi sono dunque sempre piu’ puntati sulla Fed, che per tornare ad un aumento dei tassi (fermi vicini allo zero dal 2008) punta su un chiaro rafforzamento di crescita e occupazione. Anch’essa, pero’, con un occhio rivolo al di la’ dell’Atlantico, per capire se il caso Grecia puo’ influire sulle sue decisioni.

Il messaggio di Janet Yellen finora e’ stato chiaro: di alzare i tassi non se ne parla prima dei settembre. Ma per la maggior parte degli osservatori e’ quasi certo che oramai non se ne parlera’ prima di dicembre. Anche perche’ l’attesa impennata dell’inflazione per ora non si vede, viste le difficolta’ di rafforzare i salari.

Non a caso la Casa Bianca e’ tornata a insistere su alcune delle priorita’ assolute del presidente Obama, come l’innalzamento del salario minimo e l’estensione degli straordinari. Due misure che migliorerebbero il reddito di milioni di americani e avrebbero come effetto un aumento dei consumi.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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