Obama e l’incubo hacker, braccio di ferro con Cina

NEW YORK. – Nell’arco di poche ore i computer della United Airlines, quelli della borsa di New York e il sito web del Wall Street Journal, sono andati in tilt, e in America molti hanno temuto l’inizio di una raffica di cyber-attacchi ad istituzioni politiche e finanziarie. Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, ha poi detto che “non ci sono indicazioni” che sia stato un attacco informatico. Tuttavia, ha aggiunto, l’allerta resta massima: “le nostre posizioni di sicurezza – ha precisato – si evolvono di continuo, per adattarsi all’ambiente” che cambia velocemente sulla base di nuove tecnologie.

E si tratta di una minaccia che la Casa Bianca intende affrontare anche con un serio inasprimento delle leggi che regolano la materia. Appena poche settimane fa, proprio il Wall Street Journal – che in passato e’ stato preso di mira da hacker stranieri cosi’ come il New York Times, la Ap e diversi altri media – ha riferito che l’amministrazione Obama starebbe valutando il ricorso a sanzioni finanziarie nei confronti di persone e gruppi ritenuti responsabili degli attacchi, o colpevoli di sostenerli.

Un provvedimento che di fatto ricalcherebbe il decreto esecutivo varato lo scorso aprile all’indomani dell’offensiva dei pirati informatici contro la Sony Picture, dietro ai quali per gli investigatori Usa c’erano hacker nordcoreani. In pratica una iniziativa per autorizzare il segretario al Tesoro ad imporre misure restrittive su individui o gruppi coinvolti nei cyber-attacchi, oppure su persone ed entità che beneficiano di questi attacchi.

Conferme ufficiali non ce ne sono, ma nel mirino ci sarebbe la Cina, di recente accusata di essere dietro ad uno dei più aggressivi cyber-attacchi della storia, quello che ha colpito gli uffici del governo americano da cui sono state rubate informazioni su numerosi milioni di dipendenti ed ex dipendenti federali.

Ma gli hacker cinesi, accusati anche di molti altri furti informatici, anche ad aziende impegnate nel settore della difesa, non sono i soli a preoccupare gli Usa. Anche perche’, meno di un mese fa, e’ stato lo stesso presidente Obama ad ammettere che che ci sono “vulnerabilità significative” nei sistemi informatici americani, sia del governo che settore privato, e questo anche perche’ “abbiamo sistemi molto vecchi”.