Tour: Prime montagne e Froome fa il vuoto

France Cycling Tour de France

ROMA. – E’ presto per dire se il Tour de France 2015 ha già trovato il suo padrone. Ma certo la decima tappa, la prima delle tre pirenaiche, la prima con un arrivo in salita degno di questo nome, ha messo in mostra un Chris Froome dominatore, irresistibile scalatore e leader di un Team Sky organizzato, compatto, determinatissimo. Il britannico nato in Kenya, in maglia gialla già al via di Tarbes, dopo 167 chilometri ha tagliato a braccia alzate l’inedito traguardo di La Pierre Saint Martin, al termine di un’ascesa di 15 km, con una pendenza media del 7.4% e punte del 10,8.

Lungo quei tornanti si sono via via arresi tutti i suoi avversari più quotati. E tra i primi a non tenere il passo è stato proprio Vincenzo Nibali, che oggi ha virtualmente abdicato al ruolo di detentore della Grande Boucle. Il campione siciliano ha perso contatto con i primi quando mancavano ancora 10,5 km al traguardo, sguardo basso, pedalata pesante. Alla fine il capitano dell’Astana ha accumulato un ritardo di 4’26” da Froome. In classifica generale è decimo, staccato di 6’57”. Il Tour è ancora lungo, ma è difficile ipotizzare un suo rientro nel giro dei migliori.

Non è stato però solo Nibali a crollare sotto il ritmo imposto da Froome. Si sono arresi, anche se meno rovinosamente, Alberto Contador (che ha preso 2’50” nella tappa, 4’04” nella generale), Alejandro Valverde (quinto a 2’01”, +4’01”) e, per ultimo, Nairo Quintana. Il colombiano della Movistar è il solo che ha tentato di restare attaccato alla maglia gialla. Poi ha dovuto cedere anche il secondo posto a Richie Port (fedele scudiero di Froome). Per Quintana distacco di 1’04” sul traguardo, 3’09” in generale).

Prima dello spettacolare e (sportivamente) drammatico epilogo, la tappa era stata dominata dalla lunga fuga iniziata dal francese Perrick Fedrigo (Bretagne), raggiunto poi dal belga Kenneth van Bilsen (Cofidis). Con la Movistar tra le più attive a guidare l’inseguimento, i due hanno accumulato un vantaggio massimo di 14’13”, per essere ripresi ad una decina di chilometri da La Pierre Saint Martin. L’olandese Robert Gesink (LottoNL-Jumbo) e lo spagnolo Rafael Valls (Lampre-Merida) hanno provato a staccarsi, ma quando Froome – fin lì protetto da Porte – è partito, a 6,5 km dal traguardo, non c’è n’è stato più per nessuno. Ha fatto il vuoto e messo le mani sul Tour.

In classifica il più vicino è lo statunitense Tejai van Garderen (Bmc) con un distacco di 2’52”. Curioso che la prova di forza della maglia gialla sia concisa con i timori espressi dal capo del Team Sky. Qualcuno potrebbe aver “hackerato file relativi agli allenamenti di Chris” ha ventilato Dave Brailsford. Dati che evidenziano la forza esplosiva del britannico quando si alza sui pedali e potrebbero essere male ‘interpretati’ da quanti sospettano un suo ricorso al doping, pur se lui non è mai risultato positivo ai controlli. Il sospetto nasce da un breve video pubblicato on-line, apparentemente la lettura secondo per secondo della potenza sprigionata da Froome durante la sua scalata vincente del Mont Ventoux nel 2013, anno in cui vinse il Tour.

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