Capello altro divorzio, 15 milioni e addio alla Russia

IN RUSSIA CAPELLO SEMPRE PIU' IN CRISI, SI PARLA DI ESONERO

MOSCA. – Un divorzio consensuale da 15 milioni di euro: finisce cosi’, con tre anni di anticipo, il travagliato matrimonio di Fabio Capello come allenatore della nazionale russa. L’avventura era iniziata nel 2012 sotto i migliori auspici, ma poi e’ lentamente naufragata tra risultati deludenti, difficolta’ finanziarie, polemiche da parte di politici, media e tifosi. Quest’ultimi ultimamente avevano anche lanciato una provocatoria colletta per aiutare la Federcalcio a rescindere il contratto con uno dei tecnici piu’ pagati al mondo: 7 milioni di euro l’anno, oltre a bonus e varie dotazioni accessorie.

Secondo un sondaggio, il 53% dei fan del calcio volevano le sue dimissioni. Don Fabio e’ atteso a Mosca per la firma della risoluzione contrattuale, che in caso di decisioni unilaterali prevedeva la liquidazione degli stipendi sino al 2018, tranne quelli gia’ pagati, ossia circa 25 milioni di euro. Entrambe le parti hanno fatto concessioni trovando un compromesso e scambiandosi in un comunicato ufficiale i ringraziamenti di rito.

Con Capello se ne va anche il suo vice, Oreste Cinquini: “cosi’ va la vita del calcio”, ha commentato, assicurando che il tecnico friulano non prova “sentimenti negativi” verso la Federazione calcio russa. Ignoti per ora i suoi programmi futuri: per ora andra’ ad allungare l’elenco degli grandi allenatori italiani in panchina, come Carlo Ancellotti, Marcello Lippi, Cesare Prandelli, Luciano Spalletti.

“Il coach risponde dei risultati, questo e’ assolutamente giusto”, ha osservato Nikita Simonian, presidente ad interim della Federcalcio russa. ”I risultati e il gioco della squadra non soddisfacevano naturalmente ne’ la societa’ ne’ la dirigenza della Federazione, credo che il selezionatore concordi in qualche modo su questo”, ha aggiunto.

Capello, 69 anni, ex allenatore di Milan, Roma, Juve e Real Madrid, nonche’ ex ct dimissionario dell’Inghilterra, era sbarcato a Mosca col tappettino rosso per condurre la nazionale sino ai Mondiali 2018, organizzati in casa. L’inizio era stato promettente, con il rinnovo della squadra e la qualificazione ai Mondiali brasiliani dopo 12 anni di assenza dal campionato iridato: un risultato che gli aveva fruttato un immediato e faraonico rinnovo quadriennale.

Ma subito dopo era arrivato il primo flop, con la fallita qualificazione agli ottavi in un gruppo non irresistibile (due pareggi e una sconfitta col Belgio). Seguirono polemiche e un lungo periodo di stipendi non pagati per le difficolta’ finanziarie della Federazione, aiutata poi dall’ oligarca Alisher Usmanov come “servizio al Paese”.

Capello non è riuscito a riscattarsi neppure nella qualificazione ai prossimi Europei, compromessa lo scorso giugno dalla sconfitta per 1-0 con l’Austria, che ha fatto scivolare la squadra al terzo posto del gruppo G, a 4 punti dalla Svezia, che ricevera’ il 4 settembre. Colpa anche della non eccelsa qualita’ dei giocatori, di un pizzico di sfortuna e della rottura ormai del feeling nello spogliatoio. Ma il risultato ha segnato il destino dell’allenatore, che lascia cosi’ senza alcun titolo in bacheca da ct, consolandosi pero’ con una buonuscita dorata.

Entro due settimane sara’ nominato il suo successore, sicuramente russo, all’insegna di un patriottismo che ormai permea tutte le sfere della societa’ russa. Il piu’ accreditato, secondo i media, e’ Leonid Slutski, dal 2009 sulla panchina del Cska (due titoli e 4 coppe nazionali). Nella lista dei candidati anche Oleg Kononov (Krasnodar), Aleksandr Boroduyk (ex Torpedo) e Kurban Berdiev (ex Rubin Kazan).

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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