Obama, senza l’accordo con l’Iran rischiavamo la guerra

Barack Obama

NEW YORK. – L’alternativa all’accordo con l’Iran? Il rischio di una guerra. Barack Obama difende con i denti l’intesa di Vienna. E all’indomani della storica firma convoca una conferenza stampa con un duplice obiettivo: placare le ire di Israele e Arabia Saudita e convincere il Congresso americano che gli Stati Uniti e le principali potenze occidentali hanno fatto la cosa giusta. Rivendicando con orgoglio “la leadership mostrata dall’America e dalla sua diplomazia”.

E a sorpresa Obama apre anche a Vladimir Putin: “Mi ha sorpreso. Mosca ci ha aiutato”: “Devo essere onesto, non ne ero sicuro”. L’auspicio – che il presidente americano ha espresso in una intervista al Nyt – è che adesso uno degli inaspettati effetti collaterali dell’intesa con l’Iran sia proprio quella di una distensione dei rapporti con il Cremlino, mai così tesi dalla fine della Guerra Fredda. La speranza è anche quella di un dialogo con l’Iran che vada avanti a dispetto delle tante differenze, oltre la questione del programma nucleare.

Certo, nessuno ha la sfera di cristallo. Lo stesso inquilino della Casa Bianca ammette che sì, è anche possibile che Teheran tradisca i patti. “Ma, a coloro che dicono che l’intesa faciliterà la costruzione della bomba atomica, rispondo che senza accordo sarebbe peggio. Perché se non ci fossero le ispezioni che abbiamo deciso e la possibilità di ripristinare le sanzioni rimarrebbe solo la possibilità dell’uso della forza militare. Netanyahu o altri – incalza – sono liberi di fare questo ragionamento. A me non convince”.

Detto ciò Obama definisce legittime le preoccupazioni di Israele, così come quelle dei sauditi. Non vuole far polemica, e telefona non solo a Bibi, ma anche ai capi di Stato dei Paesi del Golfo per rassicurarli di persona. E per sottolineare anche l’importanza che un nuovo ruolo dell’Iran può avere nella lotta all’Isis: “Non abbiamo ripristinato le normali relazioni diplomatiche con l’Iran e non prevediamo accordi formali con Teheran sul fronte della campagna contro i jihadisti. Ma è chiaro che l’Iran può giocare un ruolo importante per risolvere la situazione in Siria e ha una grande influenza anche in Iraq”.

Anche al Congresso, l’appello di Obama è quello di valutare e giudicare l’intesa “sui fatti, e non sulla disinformazione, sulle speculazioni e sulla spinta delle pressioni delle lobby”. Bisogna guardare all’intesa nell’ambito di una visione complessiva. “Questa la mia speranza”, afferma il presidente americano, dopo aver già minacciato il veto su qualunque risoluzione bocci l’accordo. “Chi critica sbaglia”, dice chiaramente, sottolineando come adesso sul programma nucleare iraniano ci saranno controlli senza precedenti, limiti severissimi.

Nessuno può accusarlo di aver favorito Teheran e reso meno sicuro il Paese. Infine un mesaggio anche alle famiglie dei prigionieri americani detenuti in Iran: “Lavoriamo giorno e notte per riportarli a casa, e senza l’intesa raggiunta sarebbe tutto più difficile”.

(di Ugo Caltagirone) (ANSA)

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