Obama va tra i detenuti e lancia la riforma della giustizia

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WASHINGTON. – “Tutti i giovani commettono degli errori. Non troppo diversi da quelli che commisi io, con la differenza che non tutti hanno il sostegno e i mezzi per superarli”. Barack Obama entra cosi’ nel penitenziario federale di El Reno, in Oklahoma, promettendo una riforma della giustizia che non sia miope verso le differenze, in grado di “distinguere”, tra chi ha commesso un errore e chi e’ davvero un individuo che pone pericoli.

E’ la prima volta che un presidente in carica mette piede in una prigione, Obama ha voluto farlo come ‘tappa’ di una missione volta a cambiare non solo le regole, ma anche il modo in cui la pena, la condanna, viene concepita. Quale sia il suo fine ultimo. Invitando a riflettere sulla differenza tra riabilitare che sbaglia e le carceri piene. Un messaggio forte cui ha voluto dedicare un posto importante anche in questa settimana ‘storica’ in cui tutti i riflettori erano puntati sull’accordo raggiunto per il nucleare iraniano.

Così ha cominciato con un atto di clemenza, commutando la pena a 46 detenuti per reati di droga. “Ho preso in considerazione le vostre richieste perche’ avete dimostrato di essere potenzialmente in grado di cambiare la vostra vita”, aveva spiegato il presidente in una lettera ai detenuti interessati, “Adesso sta a voi trarre il massimo da questa opportunità”. Ed e’ questo, la ‘seconda possibilita’, il leitmotiv e il segno che Obama vuole lasciare anche attraverso una riforma della giustizia penale, che guardi -ancora una volta- a quelle sacche di popolazione ‘provate’ dalla violenza, dalla poverta’, dalla discriminazione.

Lo ha ripetuto anche due giorni fa: “In troppi posti, ragazzi e uomini neri, ragazzi e uomini latinos, vengono trattati diversamente dalla legge. Afroamericani e latinos compongono il 30% della popolazione carceraria, sono il 60% dei detenuti. Al momento uno su 35 uomini afroamericani e’ in prigione, uno su 88 latinos. Tra gli uomini bianchi la cifra e’ di uno su 214”. “A volte abbiamo la tendenza a pensare che sia normale che cosi’ tanti giovani finiscono nel nostro sistema di giustizia penale -ha detto dal carcere in Oklahoma- Non e’ normale. Non e’ quello che succede in altri Paesi”. Obama spera cosi’ su questo piano di ottenere almeno un impegno bipartisan anche da un Congresso al momento su piu’ fronti ostile.

Intanto incassa una sorta di inatteso endorsement: l’ex presidente Bill Clinton fa mea culpa e ammette di aver a suo tempo sbagliato. “Firmai una legge che ha peggiorato la situazione e voglio ammetterlo”, ha detto in un intervento pubblico Bill Clinton, con riferimento alle prigioni sovrappopolate. Si tratta di una legge del 1994, adottata in un periodo di particolari tensioni e violenze, Bill Clinton ha sottolineato tuttavia che “quel testo prevedeva condanne più lunghe. Ci sbagliammo. Il lato positivo e’ che registrammo il maggiore calo del livelli di criminalità nella storia. Il lato negativo è che in molti furono messi in carcere per reati minori e vi rimasero per fin troppo tempo”.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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