Bonus rientro cervelli primo passo, ma non basta

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ROMA. – Un provvedimento positivo e indubbiamente un primo passo importante, ma molto probabilmente ancora insufficiente per riuscire ad attrarre delle eccellenze: Antonio Iavarone, uno dei più celebri ‘cervelli’ italiani fuggiti all’estero, giudica così il bonus che prevede agevolazioni fiscali per i cervelli che rientrano in Italia approvato oggi dal Consiglio dei ministri.

”Benvengano le agevolazioni fiscali, il bonus mi sembra sicuramente un fatto positivo, ma non direi che questa sia la maniera per internazionalizzare il sistema Italia”, ha detto all’Ansa Iavarone, che ha lasciato l’Italia alla fine degli anni ’90 in seguito a una vicenda di nepotismo e che oggi nella Columbia University di New York studia i geni coinvolti nei più aggressivi tumori cerebrali che colpiscono i bambini.

Al di là del primo impatto positivo, per Iavarone il bonus da solo difficilmente potrà ”modificare il problema della capacità di attrarre i migliori scienziati del mondo da parte dell’Italia. Il punto – ha rilevato – è la capacità di attrarre cervelli eccellenti indipendentemente dalla loro nazionalità”. Ci vorrebbe insomma, ha proseguito, un provvedimento che partisse da un punto di vista ”meritocratico. Non necessariamente, infatti, chi è stato fuori Italia per 5 anni può portare dei benefici”.

Accanto alle agevolazioni fiscali sono perciò necessarie, secondo Iavarone, altre condizioni perchè un ricercatore che abbia ormai una posizione consolidata in un laboratorio estero decida di venire in Italia. ”Serve – per Iavarone – qualcosa che vada al di là dell’agevolazione fiscale”. Il bonus ”non è provvedimento che da solo ha la capacita di attrarre persone che richiedono un ambiente scientifico e accademico”.

L’obiettivo, secondo il ricercatore, è riuscire ”ad attrarre persone che portano indotto, realtà importanti capaci di modificare l’economia di un Paese” e per raggiungerlo ”bisogna fare discorsi di livello più alto, come investimenti strutturali e programmatici in progetti importanti. Ad esempio, si dovrebbe puntare alla realizzazione di parchi scientifici nei quali convivano e collaborino istituti di ricerca e attività imprenditoriali”. Realtà come queste, ha aggiunto, potrebbero davvero attrarre cervelli dall’estero: ”Arriverebbero perchè sanno che qui è possibile di crescere”.