Oro ai minimi da oltre 5 anni, petrolio torna a 50 dollari

Tokyo stock average surges

ROMA. – Le quotazioni dell’oro vanno a picco e tornano sui livelli più bassi da oltre cinque anni, mentre il petrolio torna, seppure per pochi secondi, sotto i 50 dollari al barile, facendo segnare il minimo dall’aprile scorso. Il metallo prezioso ha subito un crollo nelle contrattazioni sui mercati asiatici perdendo il 5,5% fino a 1.072,35 dollari all’oncia da 1.134,47 dollari della chiusura di venerdì scorso, sulla scia di forti vendite sullo Shanghai Gold Exchange.

E’ la prima volta dal 26 marzo 2010 che il prezzo scivola sotto la soglia dei 1.100 dollari. Ma si tratta di una spirale ribassista generalizzata che colpisce tutti i metalli, a partire dal platino che ha perso quasi il 3% rivedendo i minimi dal 2009, mentre l’argento è sceso dell’1,5% e il palladio dell’1,6%. In discesa anche il petrolio che scende sotto i 50 dollari al barile, per poi chiudere a New York appena sopra tale soglia (a 50,15 dollari, con un nuovo calo dell’1,45%). L’indice delle commodities tocca i livelli più bassi dal 2002.

Questo il risultato dell’effetto combinato di dollaro forte – che anticipa il cambio di rotta della Federal Reserve, pronta a varare un rialzo dei tassi di interesse già quest’anno – di aspettative di bassa inflazione a livello globale, oltre che dello storico accordo con l’Iran sul nucleare e delle inaspettate manovre della Cina sulle riserve auree.

La Banca Popolare della Cina ha infatti rotto il silenzio sulle proprie riserve auree per la prima volta in sei anni, dal 2009, e venerdì scorso ha comunicato un incremento a fine giugno del 57% a 1.658 tonnellate, un livello di gran lunga inferiore alle attese degli esperti e dei broker di GoldCore e Sharps Pixley.

Già dopo l’annuncio, le quotazioni del metallo giallo sono calate dell’1%. In generale, l’appeal delle commodities è oscurato dall’attesa di una stretta monetaria della Banca centrale statunitense: sempre la scorsa settimana il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha chiarito che è ormai imminente la svolta nella strategia monetaria e ha preannunciato il primo rialzo dei tassi di interesse dal lontano 2006.

La stretta potrebbe avvenire già a settembre e in quest’ottica il dollaro ha subito ripreso quota facendo scivolare le quotazioni delle materie prime. L’oro, poi, sconta anche l’attenuarsi dei timori di una Grexit e delle tensioni con l’Iran: per gli esperti di OppenheimerFunds “si è già visto che l’oro non funziona come investimento rifugio e ora non c’é un solo buon motivo per comprare oro”.

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