In Italia cala l’incertezza e aumenta il risparmio, ma resta la cautela

Grattacielo Intesa Sanpaolo,"simbolo impegno in Italia"

TORINO. – Si riduce l’incertezza delle famiglie, aumentano i risparmiatori, che nel 2015 sono il 5% in più del 2012, ma prevalgono ancora cautela e prudenza. La tradizionale indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani, realizzata dal Centro Einaudi e da Intesa Sanpaolo con interviste a 1.076 famiglie, rileva i primi timidi segnali di “una svolta”.

“La crisi è veramente finita, si ricomincia a pensare in modo virtuoso. La capacità di risparmio, indebolita e messa a dura prova dalla caduta del reddito disponibile, oggi è nuovamente in ascesa”, commenta con ottimismo Gian Maria Gros Pietro, presidente del consiglio di gestione della banca.

Di una “lieve ripresa tendenziale” parla anche l’Istat che, nella sua analisi della capacità di spesa delle famiglie italiane, riscontra un doppio binario: per i più poveri i prezzi al consumo nel secondo trimestre 2015 sono ancora in calo, mentre per chi ha livelli di spesa più elevati crescono dello 0,3%, a un ritmo tre volte superiore all’inflazione.

Dall’indagine – illustrata da Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo e Giuseppe Russo, direttore del Centro Einaudi – emerge anche, attraverso uno specifico focus, una modifica sul piano sociale di non poco conto: l’erosione delle basi strutturali del ceto medio. Le famiglie italiane che appartengono alla middle class sono nel 2015 il 38,5% del totale, in caduta rispetto al 57,1% rilevato nel 2007.

Circa 7 milioni di italiani hanno perso durante la crisi l’ancoraggio che li legava alla classe media. “Un aspetto politico importante: il ceto medio ha perso fiducia, naviga a vista e rema in condizioni precarie”, osserva Salvatore Carruba, presidente del Centro Einaudi. Dal 2009, per la prima volta nella storia dell’Italia post bellica, l’ascensore sociale già bloccato ha iniziato a scendere: il ceto medio ha la sensazione di avere fatto un passo indietro rispetto ai propri genitori.

Anche il tenore di vita ha risentito della crisi: il 25% degli intervistati ha tagliato sull’acquisto di automobili, il 60% su vacanze, alberghi e ristoranti, il 35% sugli spettacoli, il 24% ha rinunciato a cure mediche private. I genitori della classe media risparmiano a favore dei figli: il 26% mette da parte denaro per pagare gli studi all’estero, il 13% per acquistare loro una casa.

Il risparmiatore del ceto medio desidera che la crisi sia finita, sogna la sicurezza del lavoro e la tranquillità pensionistica. La svolta non ha i contorni definiti perché cresce ancora, tra il 2014 e il 2015, la percentuale di coloro che segnalano un reddito ‘appena sufficiente’ con un piccolo aumento, soprattutto tra donne e giovani, di quanti sono in difficoltà ad arrivare a fine mese.

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