Autisti dell’Atac assediano il Campidoglio, guidiamo mezzi del 1931

Roma: protesta autisti Atac sotto Campidoglio, no a privati

ROMA. – Gli autisti scendono in piazza contro l’ingresso dei privati in Atac, contro chi dà loro le colpe dei disservizi del tpl e contro la carenza di mezzi di trasporto idonei. “Guidiamo mezzi del 1931 e danno la colpa al noi del caos bus?”, dicono assediando piazza del Campidoglio che si tinge a tratti di azzurro, come le divise dell’Atac.

Al mattino viene occupata da lavoratori e utenti della Roma Lido, la disastrata linea del litorale, nel pomeriggio dall’organizzazione sindacale Cambiamenti M410 messa sù dalla pasionaria Micaela Quintavalle. “Non è colpa del badge – spiega lei – i disagi sono colpa della mancanza di personale e di mezzi vecchi ed obsoleti. Si pensi che sulla linea Roma Giardinetti ci sono treni del 1931”.

Nel pomeriggio si avverte la mancanza dei cittadini accanto agli autisti alla manifestazione: “Non ci sono perché l’eco del sindaco è troppo grande, ci ha messo contro tutta la cittadinanza”, chiarisce Quintavalle. E Ignazio Marino diventa il bersaglio di cori e sfottò con alcuni manifestanti che organizzano una colletta per “un biglietto di sola andata per Genova”. Con tanto di monetine gettate al suolo, ai piedi di Palazzo Senatorio.

Oggi è previsto un incontro tra il primo cittadino e i sindacali confederali dopo la rivoluzione annunciata in Atac. Ma Quintavalle rivolgendosi agli autisti presenti fa un appello ben preciso: “Io vi chiedo di stracciare le tessere delle organizzazioni sindacali più rappresentative che non fanno il bene comune ma vogliono mantenere interessi sedimentati nel tempo”.

In una piazza – quella di Cambiamenti M410 – che strizza l’occhio al M5S, arrivano il capogruppo capitolino del Marcello De Vito e il parlamentare pentastellato Alessandro Di Battista. Il primo alludendo alla “privatizzazione dei Atac” tuona: “Si passa dalla padella alla brace”.

Il secondo promette ai lavoratori dell’Atac “quello che farà il sindaco del Movimento 5 stelle, perché ce ne sarà uno. Per prima cosa si taglia lo stipendio, poi andiamo in Atac e verifichiamo quanti dirigenti ci sono, quanto guadagnano e quelli inutili vanno a casa. Infine facciamo un piano di investimenti perché è assurdo che cittadini rimangano stipati in quei carri bestiame che voi dovete guidare”.

Di Battista ribadisce che non sarà certamente lui “il sindaco, ma conta il programma”.

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