Strage di Bologna: in piazza 35 anni dopo, restano le polemiche

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BOLOGNA. – Esattamente trentacinque anni dopo l’esplosione della bomba che uccise 85 persone, causò 200 feriti e creò una ferita ancora non completamente sanata nella democrazia italiana, si tornerà, domenica alle 10.25, a fare silenzio nella piazza della stazione di Bologna. E toccherà al presidente del Senato Pietro Grasso ricordare quella strage per la quale sono stati condannati gli esecutori, terroristi di matrice fascista, ma rimangono ancora numerose ombre sui mandanti.

La commemorazione del più grave atto terroristico della storia dell’Italia repubblicana è spesso stata accompagnata dalle tensioni, dalle polemiche, da rappresentanti del governo che sono stati sonoramente fischiati. Anche quest’anno, nella vigilia della cerimonia bolognese, non sono mancate le polemiche fra l’associazione dei familiari delle vittime e il governo, rese però ancora più cariche di tensione dal fatto che il presidente dell’associazione, Paolo Bolognesi, è un deputato del Pd, che sostiene il governo in Parlamento. Bolognesi ha chiesto al governo di rispettare gli impegni sulla desecretazione degli atti, i risarcimenti e l’approvazione della legge che introduce il reato di depistaggio. Ha anche lanciato una petizione online, che ha raccolto numerose adesioni, ed ha accusato senza mezzi termini il governo Renzi di non aver rispettato le promesse fatte nelle precedenti commemorazioni.

Ad alleggerire un po’ il peso di queste polemiche è arrivata la notizia dell’avvio, in commissione giustizia al Senato, dell’iter della legge che introduce il reato di depistaggio, approvata alla Camera a settembre, il cui stop a palazzo Madama era uno dei punti più accesi delle critiche al governo. A sostenere il peso di queste critiche toccherà al sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti, che incontrerà i familiari delle vittime, ma non parlerà in piazza.

Dopo il primo momento in Comune, e dopo la tradizionale sfilata in via Indipendenza, davanti alla stazione di Bologna prenderà la parola lo stesso Bolognesi. Poi, dopo il minuto di silenzio alle 10.25, parleranno il sindaco di Bologna Virginio Merola e il presidente del Senato Grasso. Bolognesi nel suo intervento ricorderà però anche la necessità di fare piena luce su ciò che avvenne il 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, in particolare sui mandanti. “Alla magistratura – ha detto Bolognesi – abbiamo dato indicazioni e suggerimenti ben precisi, con nomi e reati”.

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