Juve, la Supercoppa per passare il momento delicato

Juventus' head coach Massimiliano Allegri. ANSA/ FILIPPO VENEZIA
Juventus' head coach Massimiliano Allegri. ANSA/ FILIPPO VENEZIA
Juventus’ head coach Massimiliano Allegri. ANSA/ FILIPPO VENEZIA

TORINO. – Un anno “con molte più difficoltà, da affrontare sia nel bene che nel male”. Alla vigilia della Supercoppa, “primo obiettivo della stagione”, Massimiliano Allegri analizza con lucidità i problemi dell’estate bianconera. Dagli infortuni, che contro la Lazio lo costringeranno a schierare una formazione d’emergenza, all’inserimento dei giovani, su cui pesa l’ingombrante eredità di chi se n’è andato. Il momento insomma è “delicato”, e il tecnico non fa nulla per nasconderlo, anche se poi getta acqua sul fuoco: “capisco il vostro allarmismo – dice ai giornalisti nella pancia del Shanghai Stadium – ma, siccome l’allenatore sono io, l’importante è che sia sereno io…”.

I BIG DA SOSTITUIRE – Capitan Buffon non ne fa mistero: “Sono andati via dei mostri sacri, che in carriere ultradecennali avevano dimostrato il loro valore – osserva -. Servirà un po’ di tempo per trovare l’amalgama, qualche problema in più potrebbe esserci”. Un timore che hanno anche i tifosi, ma che Allegri minimizza ricorrendo alla ‘filosofia’. “Il calcio è come la vita – dice – i giocatori e gli allenatori passano. Quest’anno ripartiamo da zero, perché quando si inizierà avremo zero punti come gli altri…”.

GLI INFORTUNI COLPA DELLA PREPARAZIONE? – “Spiace che Chiellini, Khedira e Morata non possano giocare sabato, ma può capitare e non bisogna farne un dramma”, è la teoria di Allegri. Che ricorda i problemi dell’anno scorso, quando la Juventus “ha giocato quasi tutto il girone di andata con tre soli difensori”, e difende il lavoro del suo staff. “Abbiamo ottimi preparatori – sottolinea -. Se non si lavora bene i risultati non arrivano e lo scorso anno siamo arrivati fino in fondo correndo forte. Quindi non allarmiamoci per ogni intoppo”.

SUPERCOPPA COME COPPA ITALIA – E allora sotto con la sfida alla Lazio. “Quando si gioca una finale i valori si assottigliano molto. Ci sarà molto equilibrio – è la previsione del tecnico della Juventus -. Dobbiamo pensare che possa durare anche 120′, come la Coppa Italia”, vinta contro la squadra di Pioli ai supplementari. Il modulo Allegri non l’ha ancora scelto. “A tre o a quattro cambia poco”, sostiene annunciando che Barzagli lavora con la squadra e, quindi, potrebbe essere in campo. Dubbi anche in attacco, anche se la scelta è “ampia”: “C’è Dybala, poi Zaza e Mandzukic, giocatore di caratura europea. Anche Coman può far bene e Llorente nei momenti decisivi ha sempre fornito prestazioni importanti”.

IL NUMERO DIECI A POGBA – Tra tante incertezza, da oggi la Juventus ne ha una in meno: sarà Paul Pogba a indossare la maglia numero dieci orfana di Tevez. Un “onore”, per il francese, che si mette sulle spalle un pezzo di storia bianconera. “Avrà ancora più responsabilità, perché portare quel numero non è semplice, visto che lo hanno indossato i più grandi giocatori della Juventus. Paul trequartista? Credo che il suo ruolo sia la mezzala, magari tra qualche anno finirà per giocare davanti alla difesa”. Una risposta dedicata a chi ha intravisto nell’assegnazione del 10 a Pogba qualche difficoltà ad arrivare al trequartista chiesto dal tecnico. “Mercato? Parlarne ora non ha senso – taglia corto Allegri -: ora dobbiamo pensare solo al primo obiettivo importante della stagione”.

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