Governo: siamo sulla strada giusta, bene il Pil. Ma le opposizioni attaccano

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (S) con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a palazzo Chigi a Roma, il 18 aprile 2014. ANSA/ANGELO CARCONI
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (S) con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a palazzo Chigi a Roma, il 18 aprile 2014. ANSA/ANGELO CARCONI
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (S) con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a palazzo Chigi a Roma, il 18 aprile 2014. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Il risultato positivo dell’Italia per il Pil del secondo trimestre del 2015 (+0,2%) è interpretato con segni del tutto opposti da maggioranza e opposizione e spinge il leader della Lega Nord Matteo Salvini a dire che Renzi dovrebbe scusarsi con gli italiani e presentare le dimissioni del governo “formato da chiacchieroni ed inetti” perché le attese indicavano dati ben più confortanti.

Per il Ministero dell’economia il dato è buono ma certo, si può fare di più e meglio. E soprattutto sottolinea che è il secondo risultato trimestrale positivo dopo 13 consecutivi tutti di segno negativo. E questo diventa il leit motiv delle dichiarazioni della maggioranza in giornata. Il risultato, commenta il Mef, é “come nelle attese” e “la programmazione finanziaria del governo è basata su stime attendibili”.

Il Pil di Ferragosto scuote dunque la politica e suscita commenti di segno positivo per la conferma di un trend a salire ma anche preoccupazioni o dubbi sulla possibilità di realizzare a fine anno quel + 0,7 per cento di crescita che è l’obiettivo indicato dal governo. I dati, secondo molti dei commenti, indicano che non ci trova davanti ad una vera ripresa e che occorrono altri interventi, tema questo ripreso da diversi esponenti politici che chiedono de-tassazione e riduzione del cuneo fiscale. Un florilegio di proposte che ha come orizzonte ed approdo la prossima legge di bilancio.

In casa Pd Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro, chiede di concentrasi sull’economia e di aprire subito un confronto nei gruppi parlamentari in vista delle delicate scelte di settembre. La discussione in chiave di sindrome del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto ha comunque anche uno sfondo europeo che fa riflettere: l’Italia è fanalino di coda e anche la Grecia, quasi in default, fa molto meglio. Certo altri dati, altre cifre, altre economie. Il Pd, con i due vice Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini, marca che per fare meglio servono le riforme e che comunque il dato di oggi è positivo e conferma che la strada intrapresa è quella giusta.

I due vice cercano di contenere uno scatenato capogruppo di Fi Renato Brunetta che dal primo mattino annuncia che lo +0,7 di crescita annuale previsto dal governo è a rischio: “Addio sogni di Pil. Al Ministero si consolano con l’aglietto”.”La montagna ha partorito il topolino. Siamo ancora molto lontani dall’essere fuori dalla recessione”, aggiunge Renata Polverini (Fi). Maurizio Sacconi (Ap) è uno dei molti politici che chiede una correzione di rotta nella prossima legge di bilancio.

Per il resto è un confronto scontato con il centro destra che sottolinea la caduta in percentuale rispetto alle attese e il Pd che replica sottolineando che il dato è comunque positivo. L’M5s, con una nota dei suoi parlamentari, attacca duramente il governo:”Il dato conferma come, al di là di chiacchiere e proclami, stiamo ancora galleggiando sulla crisi. Questo governo non è in grado di realizzare il progetto che sarebbe necessario per riavviare una crescita strutturale del Paese”.

I pentastellati indicano anche le priorità che si dovrebbero individuare: “Con queste politiche economiche non si va da nessuna parte. E’ necessario partire dai bisogni reali del Paese: abolizione dell’Irap con un abbassamento significativo della pressione fiscale per le piccole imprese e di Equitalia. Investimenti massicci nelle rinnovabili e per la messa in sicurezza del territorio senza dimenticare la ricerca e l’istruzione”.

(di Paolo Cucchiarelli/ANSA)