Da test Usa prime prove su armi chimiche usate dall’Isis

Isis usa armi chimiche
Isis usa armi chimiche
Isis usa armi chimiche

WASHINGTON. – E’ una pista che Washington segue da tempo: l’Isis può mettere le mani su armi chimiche. Adesso però il timore – che è un monito di non poca rilevanza per l’azione della comunità internazionale – potrebbe trovare riscontro stando a recenti test che ne mostrano tracce con il sospetto sempre più concreto che siano state già usate, contro le forze curde. Un funzionario americano ha affermato che i test preliminari condotti mostrano tracce di iprite, anche conosciuto come gas mostarda, sui cannoni usati dall’Isis per attaccare le forze curde in Iraq. I risultati non sono tuttavia definitivi ulteriori test sono in corso.

L’allarme pero’ e’ scattato. I test americani sono stati condotti su un frammento di mortaio che le forze curde hanno consegnato a quella americane. Non è chiaro dove l’Isis possa aver preso armi chimiche, ma gli Stati Uniti stanno indagando da diverso tempo sulle indiscrezioni circa un possibile uso di gas mostarda contro i curdi. Una delle possibilità è che l’Isis abbia messo le mani sui armi chimiche della Siria. Un incubo annunciato nel caos dal cui la regione non riesce ad uscire e mentre il terrore continua a correre in Siria, dove dopo l’orrore della decapitazione dell’archeologo di Palmira oggi lo sgomento e’ per la demolizione del monastero di Mar Elian.

La Jihad che attacca la cultura in questa nuova fiammata di violenza che i raid della coalizione non sembrano in grado di interrompere. Anche se la Casa Bianca può vantare oggi un colpo centrale nel fiaccare il califfato del terrore: Fadhil Ahmad al-Hayali, conosciuto come Haji Mutaz, è stato ucciso durante un attacco militare americano il 18 agosto mentre era a bordo di un’auto vicino Mosul. Washington sottolinea che Mutaz era il numero due del leader dell’Isis, Al Baghdadi, e il coordinatore dello spostamento di armi, esplosivi, veicoli e persone fra Iraq e Siria.

Mutaz ha “appoggiato le operazioni dell’Isis” in Iraq e in Siria, ed era responsabile della operazioni in Iraq, dove è stato strumentale nella pianificazione negli ultimi due anni. “Era membro di Al Qaida in Iraq”, afferma la Casa Bianca, sottolineando inoltre che la sua morte avrà un effetto negativo sulle attività dell’Isis. “Gli Stati Uniti e i partner della coalizione sono determinati a degradare e a distruggere questo gruppo terroristico, che ha portato dolore alla gente dell’area e oltre”.