Ue, Grecia rispetti gli impegni. Berlino, a rischio aiuti

Alexis Tsipras, leader of Greece's Syriza left-wing main opposition party surrounded by photographers reacts as he casts his vote at a polling station in Athens, Sunday, Jan. 25, 2015. (ANSA/AP Photo/Lefteris Pitarakis)
Alexis Tsipras, leader of Greece's Syriza left-wing main opposition party surrounded by photographers reacts as he casts his vote at a polling station in Athens, Sunday, Jan. 25, 2015. (ANSA/AP Photo/Lefteris Pitarakis)
Alexis Tsipras, leader of Greece’s Syriza left-wing main opposition party surrounded by photographers reacts as he casts his vote at a polling station in Athens, Sunday, Jan. 25, 2015. (ANSA/AP Photo/Lefteris Pitarakis)

BRUXELLES. – L’Ue non si scompone davanti alle dimissioni del governo Tsipras all’indomani dell’ok formale al nuovo piano di aiuti da 86 mld per Atene, ma la guardia resta alta: gli impegni presi vanno rispettati e in ogni caso, ha avvertito Berlino, niente soldi se niente riforme. L’Europa vede però di buon occhio un rafforzamento della maggioranza parlamentare a favore del programma di assistenza finanziaria che potrebbe uscire dalle urne.

Il clima che si respira a Bruxelles è infatti ben diverso dalla situazione che si era creata con l’annuncio a sorpresa del referendum a fine giugno, che aveva provocato rabbia e sconcerto nei leader Ue. La Commissione ora ha subito tenuto a sottolineare che le dimissioni del premier Alexis Tsipras e la prospettiva di nuove elezioni “non sono state una sorpresa, in seguito alle numerose telefonate tra il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, lo stesso Tsipras e il presidente della Repubblica Prokopis Pavlopoulos”.

E l’esecutivo comunitario, tramite la portavoce Annika Breidthardt, ha anche voluto lanciare un messaggio tranquillizzante dicendosi “non preoccupata per l’attuazione del terzo programma” in quanto è “già stato votato dal Parlamento” greco, riforme incluse, che quindi ora “possono essere attuate a prescindere dalle elezioni”. Già “c’era ampio sostegno nel parlamento greco per il nuovo programma e il pacchetto di riforme”, quindi “spero che le elezioni porteranno a ulteriore sostegno”, ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, facendo eco alle considerazioni espresse ieri dal capogabinetto di Juncker.

E anche per il presidente dell’Euroworking Group, l’austriaco Thomas Wieser, le urne sono “un passo atteso e per molti auspicato per avere una struttura più chiara nel governo greco”. I margini di movimento di Atene restano però ben chiari, e li ha puntualizzati ancora una volta Dijsselbloem: “E’ cruciale che la Grecia rispetti gli impegni presi verso l’eurozona”.

E la Germania non è stata da meno: “Se ci dovessero essere ritardi nell’attuazione del programma a causa delle nuove elezioni in Grecia, verrebbero ritardati anche i pagamenti”, ha messo in chiaro un portavoce del Ministero delle Finanze tedesco sottolineando che Berlino si aspetta che “le riforme vengano realizzate entro l’autunno”. Il programma è stato firmato “con la Repubblica Ellenica” e “mostra la strada da seguire per i prossimi tre anni, e niente”, ha insistito il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel, “è cambiato su questo punto”.

La prima revisione dell’attuazione delle riforme sottoscritte da Atene con Ue e Bce è prevista per ottobre, e condizionati a un suo esito positivo sono sia l’esborso della nuova sotto-tranche da 3 mld sia l’apertura delle discussioni sul riscadenzamento del debito greco. Atene è quindi avvisata.

(di Lucia Sali/ANSA)

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