La disperazione dei migranti nascosti per entrare in Europa

L'incredibile immagine diffusa dalla Guardia Civil di una automobile fermata a Ceuta, enclave spagnola in Marocco. All'interno due uomini, provenienti dalla Guinea, incastrati nel motore e in un doppio fondo del sedile posteriore, hanno tentato di varcare la frontiera per entrare in Spagna. La polizia spagnola ha arrestato i migranti e i due uomini che si trovavano a bordo del veicolo
L'incredibile immagine diffusa dalla Guardia Civil di una automobile fermata a Ceuta, enclave spagnola in Marocco. All'interno due uomini, provenienti dalla Guinea, incastrati nel motore e in un doppio fondo del sedile posteriore, hanno tentato di varcare la frontiera per entrare in Spagna. La polizia spagnola ha arrestato i migranti e i due uomini che si trovavano a bordo del veicolo
L’incredibile immagine diffusa dalla Guardia Civil di una automobile fermata a Ceuta, enclave spagnola in Marocco. All’interno due uomini, provenienti dalla Guinea, incastrati nel motore e in un doppio fondo del sedile posteriore, hanno tentato di varcare la frontiera per entrare in Spagna. La polizia spagnola ha arrestato i migranti e i due uomini che si trovavano a bordo del veicolo

ROMA. – Dopo il bambino raggomitolato in una valigia, uomini rannicchiati in condizioni estreme in vani motore di automobili. Ancora una foto-shock fa il giro del mondo e rivela a che punto può arrivare la disperazione di chi è disposto a tutto pur di entrare in Europa. I due uomini scoperti dalla Guardia civil dell’enclave spagnola di Ceuta, in Marocco, erano rannicchiati in posizione fetale in spazi ricavati al millimetro, uno sotto il sedile del guidatore dell’auto, l’altro, ai limiti della sopravvivenza, nel vano motore, esposto a temperature estreme, vibrazioni e gas tossici. Ma negli Stati Uniti nel 2001 una donna di corporatura minuta fu trovata nascosta dietro la pannellatura del cruscotto di un’automobile. Quanto alle valigie, all’inizio di agosto un giovane marocchino è stato meno fortunato del bambino immortalato dai raggi x, ed è morto asfissiato durante il viaggio su un traghetto diretto ad Almeria, in Spagna.

Gli ultimi episodi pubblicizzati sui media sono solo squarci sul mondo dell’immigrazione clandestina, un gigantesco fiume sotterraneo di cui i grandi, luttuosi episodi dei naufragi nel Mediterraneo o dei migranti soffocati stipati nei cargo dei Tir, sono solo piccoli punti emersi. Un mondo in cui spesso la disperazione si unisce all’ingegno inventivo, specialmente negli stretti “colli di bottiglia”, come l’imbarco dei camion per la Gran Bretagna a Calais, lo stretto di Gibilterra, le enclave spagnole in Nord Africa: passaggi obbligati altamente sorvegliati, dove gli spazi di manovra e quelli per nascondersi sono limitati e piccoli, senza boschi o campi dove scappare né il grande spazio di un mare o di un deserto dove sperare di essere invisibili.

E così i media online britannici raccontano una miriade di microepisodi accaduti negli ultimi mesi. Il Mail Online, ad esempio, mostra il video di un migrante incappucciato fatto uscire dallo spoiler di un Tir a Calais, che si dilegua per i campi. Testimoni raccontano – e fotografano – di una dozzina di clandestini che improvvisamente si materializzano uscendo dagli sportelli delle Citroen C1 nuove fiammanti stoccate su una bisarca parcheggiata sull’autostrada a Rochester, nel Kent, nel sud-est dell’Inghilterra. O di un pullman inglese appena tornato da una gita scolastica in Francia dal quale, davanti agli occhi “scioccati” dei genitori arrivati a riabbracciare le loro figlie adolescenti, saltano fuori tre o quattro africani, prontamente arrestati. Tutti presumibilmente imbarcati in un “arrembaggio” a Calais.

Episodi, questi, su cui la stampa di destra britannica ovviamente ricama con accenti populisti e arriva a ipotizzare – come nel caso di Rochester dove i migranti che hanno improvvisamente animato la bisarca sono stati visti dirigersi verso un punto e venire raccolti – l’esistenza di un’organizzazione di trafficanti con base in Gran Bretagna. Ogni mezzo è lecito: dai piccoli canotti impiegati per attraversare il pericoloso braccio di mare di soli 4 chilometri fra le spiagge turche di Bodrum e l’isola greca di Kos, ai doppi fondi dei camion, dai treni merci fino ai vani carrelli di aerei di linea, dove la morte, nell’inconsapevolezza di chi vi si nasconde, arriva con certezza.

Fino alle moto d’acqua che nelle ultime 72 ore sono state intercettate di notte nello Stretto di Gibilterra dalla Guardia civil di Cadice, provenienti dal Marocco, su cui “passatori” senza scrupoli caricavano in sella un paio di clandestini, spesso assieme alla droga, per poi gettarli senza pietà in mare all’incontro con una motovedetta. Una varietà di trovate che ricorda molto quelle impiegate dagli abitanti dell’ex Germania Est per fuggire a Ovest negli anni della Guerra Fredda.

(di Fabio Govoni/ANSA)