Manovra, scocca l’ora della verità

Il dipartimento delle finanze guidato da Pier Carlo Padoan al lavoro
Il dipartimento delle finanze guidato da Pier Carlo Padoan al lavoro
Il dipartimento delle finanze guidato da Pier Carlo Padoan al lavoro

ROMA. – E’ presto per dire che possa essere il giorno della verità, ma con l’inizio di settembre e – in molti casi – la ripresa dell’attività lavorativa, la sfilza di numeri e statistiche in arrivo sullo stato dell’economia italiana potrebbe imprimere una nuova decisa accelerazione all’impegno del governo sulla manovra finanziaria per il 2016. Il primo dato è quello sul mercato del lavoro di luglio. A darlo sarà l’Istat, in un clima di estrema attesa, non solo per l’andamento tutt’altro che positivo registrato dall’Istituto di statistica nei due mesi mesi precedenti, ma anche per l’errore, non passato inosservato, compiuto solo pochi giorni fa dal ministero del Lavoro.

Nella confusione creata da fonti che spesso non collimano tra loro, è quindi proprio alle statistiche ufficiali che si guarda per cercare di avere un’idea almeno della curva dell’occupazione, tentando anche di interpretare i risultati delle strategie occupazionali portate finora avanti dall’esecutivo: Jobs act, ma anche – soprattutto in vista del varo della legge di stabilità – sgravi fiscali per le nuove assunzioni. Palazzo Chigi, Mef e Welfare sarebbero intenzionati a prorogare la misura anche il prossimo anno, forse solo al Sud se non proprio a livello nazionale. Ma prima di prendere una decisione, visto i quasi due miliardi di costo, bisognerà verificarne attentamente gli effetti.

Il primo settembre porterà con sé, del resto, anche i dati sul deficit del secondo trimestre, sulle entrate e il livello della pressione fiscale e del fabbisogno di agosto. Un insieme che complessivamente darà un quadro della finanza pubblica anche in questo caso essenziale per delineare la nota di aggiornamento del Def prima e la legge di stabilità poi. Quest’anno i testi non dovrebbero subire slittamenti e le scadenze dovrebbero quindi rimanere quelle tradizionali, 20 settembre per il primo, 15 ottobre per la seconda. Il lavoro su entrambi si è interrotto per poco: Pier Carlo Padoan è già nel suo ufficio di via XX Settembre da una settimana cercando di trovare la quadra tra taglio delle tasse e risorse da reperire, mentre la Ragioneria generale dello Stato scende in campo per imporre a tutte le amministrazioni statali l’obbligo di passare attraverso la Consip per l’acquisto di beni e servizi.

Uno degli assi della manica per le coperture potrebbe essere l’incasso della voluntary disclosure, quantificabile anche in più dei 3 miliardi identificati finora da indiscrezioni giornalistiche. L’operazione starebbe infatti andando molto bene, grazie ad una accelerazione nel mese di agosto che potrebbe precedere una vera e propria impennata a settembre, dovuta non solo all’approssimarsi della scadenza di fine mese, ma anche ai “correttivi” sul penale introdotti dal governo a fine luglio.

L’ipotesi di una proroga, presa in considerazione dopo l’intenso pressing dei professionisti, sembra al momento non concretizzarsi. L’intenzione sarebbe infatti quella di conoscere esattamente il valore dell’operazione e di fare cassa velocemente per poter ipotecare le risorse proprio nella manovra. Prima che inizi il vero e proprio conto alla rovescia per la stabilità, già questa settimana il governo dovrebbe intanto portare al cdm di venerdì i decreti attuativi del Jobs act e, in secondo passaggio, 5 decreti fiscali (agenzie fiscali, sanzioni, riscossione, erosione, contenzioso e interpello).

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