Borse: la Cina non spaventa più, corrono Europa e Wall Street

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MILANO. – La Cina spaventa meno, tanto che i mercati europei danno un nuovo segnale di stabilità. E anche Wall Street chiude in forte rialzo con tutti i principali indici ben sopra il 2%. Mentre la Banca Mondiale lancia un monito alla Fed: attenzione a decidere ora un rialzo dei tassi. Il rischio è quello di scatenare “panico e turbolenze” sui mercati emergenti. Meglio aspettare che la situazione dell’economia mondiale si stabilizzi e diventi meno incerta. A contribuire al rialzo delle Borse in Europa sono state in parte le buone indicazioni arrivate dal superindice Ocse di luglio. Per l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico la crescita è stabile nell’insieme dell’eurozona, e in particolare in Germania e Italia” mentre “si consolida” in Francia.

C’è poi l’inatteso slancio di Shanghai (+2,92% a 3.170 punti) nonostante il dato deludente su import (-6,1% su base annua) ed export (- 14,3%) in Cina ad agosto. Il rally, con acquisti su banche e finanziari, è andato in scena tutto nell’ultima ora di scambi caratteristica ormai, notano gli analisti, degli interventi dei fondi governativi per stabilizzare il mercato. In Asia delude anche il pil giapponese, sebbene sia stato rivisto da -0,4% a -0,3% il calo su base trimestrale per effetto dei dati migliori registrati su consumi e scorte. Tokyo finisce col cedere il 2,43%. “Le preoccupazioni per un rallentamento sono ancora lì, ma ora il mercato pensa che il governo cinese fornirà più supporto”, sottolinea a Bloomberg, John Plassard, senior equity sales trader di Mirabaud Securities a Ginevra.

L’Europa, di contro, si conferma in positivo con Milano che si rafforza fino al +2% (a metà giornata) per poi chiudere a +1,48% sotto i 22mila punti. Sugli stessi livelli Francoforte (Dax +1,61). Attorno al punto percentuale di rialzo Parigi (+1,07%) e Londra (+1,18%) così come l’indice d’area Stoxx 600 (+1,2%). E da’ buoni segnali anche lo spread tra btp e bund in calo in area 115 punti base, con il rendimento dei decennali italiani all’1,83% circa. Nel Vecchio Continente si assiste peraltro al nuovo balzo della bilancia commerciale tedesca: la locomotiva traina ancora con l’export che, a luglio, è cresciuto del 2,4% a 103,4 miliardi mentre le importazioni sono aumentate del 2,2% a 80,6 miliardi. Il surplus commerciale ammonta a 22,8 miliardi.

E fiducia arriva anche dalle indicazioni dall’Eurostat che, nella sua seconda stima, rivede al rialzo il dato sul pil del secondo trimestre 2015: quello della zona euro sale da +0,3% a +0,4%, quello dell’Italia da +0,2% a +0,3%. Sul fronte dei cambi l’euro torna sopra quota 1,12 e rimbalza anche nei confronti dello yen a 133. Resta, invece, debole il petrolio in calo a 45 dollari mentre il brent è sotto i 48 dollari.

Il mercato tuttavia resta sempre in allerta guardando ai prossimi giorni, nell’attesa di aver maggiori indicazioni su come intende muoversi la Fed. La prossima riunione è in calendario per metà mese (il 16 e 17 settembre), potrebbe essere quella che segnerà la fine dell’era dei tassi zero. La Yellen potrebbe infatti svelare le proprie intenzioni e alzare il costo del denaro per la prima volta da 9 anni e cioè dal 2006. Un aumento però non è scontato e, per questo, l’incertezza rischia di rafforzare la volatilità dei mercati.

(di Fabio Perego/ANSA)

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