Aumentano i consumi, gli italiani mettono mano al portafoglio

Iva: Un uomo camminando con le borse della spesa in mano
Un uomo camminando con le borse della spesa in mano

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ROMA – Gli italiani hanno messo mano al portafoglio, come non facevano dal 2010: a luglio i consumi sono saliti dello 0,4% rispetto a giugno e del 2,1% su base tendenziale. E Confcommercio, secondo cui “la crescita c’è”, ha riproposto al governo la sua ‘ricetta’: tagliare “la spesa pubblica improduttiva” e, con quelle risorse, abbattere il carico fiscale su famiglie e imprese. Ed effettivamente già nel 2016, oltre alla detassazione della prima casa, un primo assaggio potrebbe arrivare anche per le imprese, ma solo per quelle del Sud, con un anticipo, secondo il commissario alla spending review, Goram Gutgeld, del taglio dell’Ires programmato finora nel 2017.

– La crescita dei consumi registrata a luglio (+2,1% Confcommercio) è un altro segno che finalmente #italiariparte – commenta il premier Matteo Renzi, cui lo stesso Gutgeld dà manforte, quantificando per la prima volta la possibile revisione al rialzo delle stime sul Pil contenute nel Def e ritenendo “possibile” per l’anno in corso una crescita dello 0,9%.

Il fatto è che, sottolinea Confcommercio, dopo anni di crisi, si spende di nuovo perché “la fiducia è ai massimi storici”, ha spiegato in una conferenza a Roma il direttore del Centro studi dell’organizzazione Mariano Bella: in base all’Indicatore dei consumi di Confcommercio, a luglio, rispetto allo stesso mese del 2014, ci sono stati “significativi” balzi in avanti per i beni e servizi per la mobilità (+8,8%) e per le comunicazioni (+5,1%).

Pure il turismo ha rialzato la testa, perché la gente ha aperto i cordoni della borsa per alberghi, pasti e consumi fuori casa (+2,0%), nonché per l’abbigliamento e le calzature (+0,8%); limitati progressi per il comparto della cura della persona (+0,3%) e nell’ambito ricreativo (+0,1%), mentre l’unico segmento ancora in diminuzione su base annua è stato quello della spesa per alimentari, bevande e tabacchi (-0,2%).

La confederazione di piazza Belli ha colto, poi, i “segnali incoraggianti” provenienti dal mercato del lavoro: sempre a luglio, per il secondo mese consecutivo, gli occupati, al netto dei fattori stagionali, sono cresciuti in termini congiunturali di 44 mila unità. Nel complesso, a luglio sono stati conteggiati circa 22 milioni e 500 mila lavoratori, con un ritorno ai livelli del 2012, mentre la disoccupazione è scesa ed è andata sotto di 260 mila unità rispetto al picco di novembre 2014.

Per il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli “c’è un risveglio dei consumi”, ma “la prudenza è d’obbligo” e il governo deve trasformare la ripresa “in una crescita robusta, duratura e diffusa”. Nei primi sei mesi dell’anno hanno abbassato le saracinesche “35 mila negozi”, perciò Sangalli ha sollecitato “in questa Legge di Stabilità” un taglio delle aliquote Irpef, operativo dal 2016. Nessun facile entusiasmo per i consumatori: secondo i vertici di Federconsumatori ed Adusbef Rosario Trefiletti e Elio Lannutti “si potrebbe parlare di arresto della grave contrazione che nel triennio 2012-2013-2014 ha fatto registrare una diminuzione dei consumi delle famiglie del 10,7%”, con un decremento della spesa di “circa 78 miliardi”.