Migranti: lavorano in 2,36 milioni e valgono 123 miliardi di Pil

In Lombardia 13 milioni di immigrati
In Lombardia 13 milioni di immigrati
In Lombardia 13 milioni di immigrati

ROMA. – Lavorano nei cantieri, nelle fabbriche, nei negozi, in campagna ma soprattutto in famiglia come collaboratori domestici e assistenti. Dei 5 milioni di immigrati attualmente residenti in Italia (151.000 in più rispetto al 2014) i lavoratori dichiarati sono – secondo gli ultimi dati Istat – 2,36 milioni e valgono 123 miliardi di Pil, producendo quindi il 9% della ricchezza italiana. Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Veneto sono, nell’ordine, le regioni in cui si conta il maggior numero di residenti stranieri, come rilevato dal rapporto di Fondazione Di Vittorio-Fillea Cgil.

Sono immigrati la maggior parte dei lavori domestici, in 579.000 svolgono infatti lavori familiari: sono colf, badanti, baby sitter e superano gli italiani che in questo settore lavorano in 205.000 (meno della metà). Fra i primi dieci settori in cui sono occupati gli immigrati, seguono la ristorazione, il commercio al dettaglio, le attività di costruzione e quelle agricole.

Nelle costruzioni la presenza dei lavoratori immigrati è strutturale e storica, soprattutto nel comparto dell’edilizia è straniero il 10,3% dell’intera forza lavoro, con punte che in alcuni territori superano il 50%: sono in tutto 250mila lavoratori (50mila in meno del dato pre-crisi). Tutto questo escludendo il lavoro nero, stimato dalla Fillea “in almeno 300mila fantasmi, che sfuggono ad ogni tutela e statistica, ma non a quell’economia sommersa che vale il 12% del Pil nazionale”. Nonostante una presenza così strutturata dei lavoratori stranieri “quello delle costruzioni continua a essere un mercato del lavoro duale, in cui gli immigrati sono vittime di segregazione occupazionale, discriminazione e ricatto”, racconta il segretario generale della Fillea Walter Schiavella.

Dei 5 milioni di stranieri residenti in Italia, circa 3 milioni e 800 mila provengono da Paesi extra-comunitari. Fra le prime dieci nazionalità presenti spicca su tutte quella rumena (sono più di un milione, il 22% sul totale degli stranieri) con una presenza più che doppia rispetto agli albanesi che si fermano a 459.000, seguono i marocchini, i cinesi, gli ucraini e i filippini.

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