Ocse alza il Pil dell’Italia. Fatte riforme importanti

Per realizzare la nuova fabbrica fotovoltaica inaugurata a Cairo Montenotte dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ANSA/LUCA ZENNARO
Per realizzare la nuova fabbrica fotovoltaica inaugurata  a Cairo Montenotte dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando,  ANSA/LUCA ZENNARO
Per realizzare la nuova fabbrica fotovoltaica inaugurata a Cairo Montenotte dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando,
ANSA/LUCA ZENNARO

PARIGI. – L’Ocse ritocca al rialzo le stime di crescita del Pil per l’Italia e l’eurozona nel 2015, ma mette in guardia su una crescita globale in rallentamento, ferma al 3% per il 2015, sulla quale pesa il rischio di una frenata più ampia del previsto della Cina. Nel suo aggiornamento periodico delle previsioni economiche, l’organizzazione parigina prevede che il Pil italiano crescerà dello 0,7% nel 2015, e quello dell’area euro dell’1,6%. In entrambi i casi la stima è superiore di 0,1 punti percentuali rispetto al maggio scorso.

Sono invece riviste al ribasso di 0,2 punti le previsioni per la crescita del 2016, all’1,3% per l’Italia e all’1,9% per l’eurozona. Per l’Italia, tra le principali cause del maggiore ottimismo sull’anno in corso c’è il miglioramento del mercato del lavoro, con l’aumento della partecipazione e della creazione d’impiego. Questo “ha dato un supporto ai consumi privati, che quest’anno sono cresciuti più di quanto si fosse previsto”, dando un maggiore contributo alla crescita. Inoltre, nell’ultimo periodo “sono state fatte riforme importanti, che stanno dando un traino” all’economia”.

Il nostro Paese beneficia inoltre dell’impatto positivo del miglioramento “incoraggiante” della crescita nell’area euro. Che però, avvertono gli esperti dell’organizzazione parigina, ha fatto “meno di quanto si sperava viste le spinte favorevoli di prezzo del petrolio più basso, euro più debole e tassi d’interesse a lungo termine più bassi”.

L’eurozona paga in particolare la capacità ancora scarsa di trasmissione della politica monetaria, legata a un sistema del credito che ancora fatica a ripartire. Per questo, serve “un ulteriore rafforzamento del sistema finanziario, con un progresso continuo verso l’unione bancaria e l’azione di supervisione per migliorare la qualità degli asset”.

Le buone notizie per l’Europa, e per gli Stati Uniti, sono però controbilanciate da un “outlook in ulteriore peggioramento” per Paesi emergenti, a cominciare dalla Cina, il cui rallentamento costituisce secondo l’Ocse il principale fattore di rischio per la ripresa globale. I dirigenti cinesi “si trovano ora di fronte la sfida politica di sostenere la crescita mentre portano avanti i cambiamenti strutturali e gestiscono i rischi”, scrive l’organizzazione, sottolineando però che un’ulteriore frenata della Cina avrebbe un impatto “significativo”, ma “non dovrebbe far deragliare la ripresa globale, a meno che non sia combinato con un’ampia e diffusa correzione nei mercati finanziari”.

(di Chiara Rancati/ANSA)

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