Mattarella: basta fili spinati, Ue prenda decisioni forti

Syrian refugees sleep at the Istanbul-Edirne highway as they wait for permission to cross the Turkish Greek border to reach Germany, in Edirne, Turkey, early 19 September 2015. EPA/TOLGA BOZOGLU
Syrian refugees sleep at the Istanbul-Edirne highway as they wait for permission to cross the Turkish Greek border to reach Germany, in Edirne, Turkey, early 19 September 2015.  EPA/TOLGA BOZOGLU
Syrian refugees sleep at the Istanbul-Edirne highway as they wait for permission to cross the Turkish Greek border to reach Germany, in Edirne, Turkey, early 19 September 2015. EPA/TOLGA BOZOGLU

FORTEZZA DI WARTBURG (GERMANIA). – L’Europa sconfigga le proprie paure, prenda “decisioni forti” per regolare l’emergenza immigrazione e mostri al mondo il volto solidale dell’Unione e non quello ostile del filo spinato. Alla vigilia dei Consigli europei sull’immigrazione Sergio Mattarella interviene a voce alta ricordando che “il vero pericolo” non sono i migranti ma il terrorismo fondamentalista. E lo fa nel cuore della Germania, nella fortezza di Wartburg dove Lutero nel 1521 rimase nascosto 10 mesi completando la traduzione della Bibbia in lingua tedesca. Un castello dall’alto valore simbolico, che ha ospitato una riunione di ben 11 capi di Stato di Paesi europei, molti dei quali coinvolti direttamente dall’emergenza profughi.

Colloqui dominati dalla crisi dei flussi, atmosfera informale ma con la conferma di incomprensioni ancora esistenti all’interno dell’Europa su come gestire il fenomeno. A dare una sferzata alla riunione di Wartburg ci ha pensato la presidente maltese che con schiettezza ha ricordato quanto tempo ci sia voluto affinché l’Europa mettesse in agenda il problema: “Avete lasciato sole per anni Italia, Grecia e Malta ed ora scoprite che c’è la questione dei migranti”, ha scandito Marie-Louise Coleiro Preca negli splendidi saloni della fortezza nel cuore della Turingia. Ma intanto dopo il filo spinato dell’Ungheria in queste ore anche la Slovenia alza barriere in attesa di una decisione “a 28” dell’Unione che alla vigilia sembra complicata e, soprattutto, al ribasso nella ricerca estenuante di mediazioni.

E’ proprio quanto teme l’Italia che con il presidente Mattarella ha chiesto che “i prossimi consigli europei siano in grado di prendere decisioni forti”. Sulla stessa linea si colloca la Germania, vero “playmaker” delle trattative diplomatiche in corso. “Dobbiamo lavorare insieme, gomito a gomito, perché i problemi si risolvono insieme”, ha detto il presidente tedesco Joachim Gauck a Mattarella durante un incontro a margine del vertice.

Il presidente italiano ripeterà il proprio appello anche oggi nel corso di un incontro bilaterale che avrà con Andrzej Duda, presidente di una Polonia che è a metà del guado e che viene considerata un Paese recuperabile all’accordo. La preoccupazione italiana per un fallimento dell’Unione è ben motivata da Mattarella che si è speso per spiegare che “se non si recupera lo spirito di solidarietà sul problema dei migranti si rischia di incrinarlo anche nel campo delle politiche economiche e di sicurezza”.

Che è come dire: “attenzione che su questo si rischia il futuro stesso della Ue”. “Bisogna battere le paure” quindi, affrontando le situazioni anche “con strumenti nuovi” e trovando il coraggio di rivedere Trattati che hanno fatto il loro tempo come quello di Dublino.

Non serve a niente “chiudere le frontiere o alzare fili spinati. Sono soluzioni illusorie” con le gambe corte. Per Mattarella “servono non solo regole comuni ma anche azioni comuni su tutti gli aspetti, dal salvataggio all’accoglienza, dalle registrazioni agli eventuali rimpatri”. Ma soprattutto l’Europa deve avere la forza di “dimostrare con l’esempio che la libertà e la democrazia sono superiori all’odio e alla violenza” del terrorismo fondamentalismo, che è la vera minaccia alle nostre porte.

(Fabrizio Finzi/Ansa)