Dieselgate: Federmeccanica, attenti alle ricadute

2015. ANSA/RAINER JENSEN
The corporate logo of Volkswagen (VW) in front of the storage towers of Volkswagen's Autostadt (car city) in??Wolfsburg, Germany, 25 September 2015. ANSA/RAINER JENSEN
The corporate logo of Volkswagen (VW) in front of the storage towers of Volkswagen’s Autostadt (car city) in??Wolfsburg, Germany, 25 September 2015. ANSA/RAINER JENSEN

ROMA. – Le potenziali ricadute dello scandalo Volkswagen, con le emissioni diesel truccate, sulle aziende fornitrici italiane sono ancora da valutare: è “difficile prevederle oggi”, quindi “attenzione sì, allarmismo no”, avverte Federmeccanica, la federazione dell’industria metalmeccanica, che invita alla “cautela”.

Intanto lo stesso governo è in attesa di numeri precisi direttamente dalla Germania: “Attendiamo i dati della motorizzazione tedesca e della Volkswagen sul numero dei veicoli che hanno montato queste centraline truccate”, afferma il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, tornando a parlare del caso come di una “truffa” e confermando che a breve partiranno “i controlli a campione: ho già dato ordini per eseguirli il più rapidamente possibile in maniera che ci sia piena tutela dei consumatori”.

Possibile anche una class action. E, mentre lo scandalo sembra allargarsi di giorno in giorno, bocche cucite dai concessionari Vw italiani che, in evidente imbarazzo, si trincerano dietro il no comment rimandando alla casa madre per qualsiasi informazione, anche relativa alle conseguenze per chi possiede i modelli che potrebbero essere coinvolti.

Dal fronte industriale, anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, non nasconde i timori pur in un contesto ancora da definire chiaramente: “Il caso Volkswagen potrebbe avere un impatto sulle aziende fornitrici italiane anche se alcuni imprenditori che ho sentito mi dicono di no”, dice rispetto alle possibile ricadute. Le “temo anche io: non so – aggiunge -, alla fine, dove finirà questa vicenda”.

Da parte delle imprese metalmeccaniche, sostiene il vicepresidente di Federmeccanica, Alberto Dal Poz, “c’è il giusto livello di preoccupazione”, ma “c’è grandissima cautela”, perché se è vero, spiega, che molte imprese italiane sono fornitori diretti o indiretti delle case automobilistiche tedesche, “attenzione però a non essere eccessivamente allarmati. Lo scenario delle forniture è variegato e ci sono decine, centinaia di modelli diversi”, sottolinea nel corso della presentazione dell’ultima indagine congiunturale del comparto.

Indagine dalla quale emerge che nei primi sei mesi dell’anno i volumi di produzione dell’industria metalmeccanica sono cresciuti in media dell’1,8% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso: i dati confermano “i moderati segnali di miglioramento già emersi nell’ultimo trimestre del 2014”, ma tuttavia, viene sottolineato, “la ripresa è flebile e non risulta ancora diffusa a tutte le attività del settore”.

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