Il Papa non ferma il boia, donna giustiziata in Georgia

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NEW YORK. – Nemmeno l’appello di Papa Francesco è riuscito a fermare il boia in America. Una donna, la prima in 70 anni, Kelly Renee Gissendaner, 47 anni, condannata per l’omicidio del marito, è stata giustizia nel carcere di Jackson, in Georgia, poco dopo la mezzanotte, dopo un ritardo di cinque ore e portata a termine con un’iniezione letale. E ora altre due persone verranno giustiziate nelle prossime 24 ore, una in Oklahoma e una in Virginia.

I legali della donna uccisa hanno disperatamente tentato un’ultima volta di salvarle la vita presentando tre appelli alla Corte Suprema, che sono stati tutti respinti. Poco prima di morire, la detenuta ha guardato i testimoni al di là del vetro ed è scoppiata a piangere. Poi ha chiesto perdono “per aver ucciso un uomo meraviglioso che ha perso la vita a causa sua”.

L’ultimo appello era stato presentato dai figli che l’avevano perdonata. “Ci avevano detto che avevamo due scelte: o vederla un’ultima volta oppure chiedere di risparmiarle la vita. Abbiamo cercato di salvarla, ma ce lo hanno negato”, ha raccontato poi in lacrime la figlia Kayla Gissendaner.

E’ la prima volta in 70 anni che una donna viene giustiziata in Georgia. Nonostante il clamoroso appello del Papa che, dopo le parole al Congresso durante la sua visita a Washington, in una lettera scritta dal nunzio negli Usa, mons. Carlo Maria Viganò, si è appellato perché la pena venisse commutata, la commissione della Georgia non ha voluto accogliere la richiesta, senza motivarne le ragioni. Gissendaner era stata condannata a morte per aver ucciso il marito con la complicità dell’amante, Gregory Owen.

Le esecuzioni di donne negli Usa sono un fatto raro e ne sono state giustiziate solo 15 (contro 1.400 uomini) da quando nel 1976 la Corte Suprema ha ripristinato la pena di morte. E la mano del boia non si ferma.

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