Più ricchezza delle famiglie, potere d’acquisto traina spesa

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ROMA. – Il potere d’acquisto delle famiglie torna a crescere come non accadeva dal 2007, da prima della lunga crisi economica. Un segnale positivo che arriva dall’Istat, che certifica anche come le famiglie stiano tornando a dare un impulso ai consumi, spendendo di più.

E sempre per le famiglie, su base annua cresce anche la propensione al risparmio, pari all’8,7% con un +0,5 punti percentuali rispetto ad un anno prima; anche se il dato del terzo trimestre 2015 rallenta (-0,2 punti percentuali) rispetto al trimestre precedente.

E’ sostanzialmente ferma la pressione fiscale che nel secondo trimestre si attesta al 43,2% con un minimo calo: -0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel complesso dei primi sei mesi dell’anno il peso delle tasse ha avuto un valore pari al 41,1%, lo stesso registrato anche per la prima parte dell’anno precedente.

Mentre sul fronte dei conti pubblici, sempre dai dati Istat, il rapporto deficit Pil nel secondo trimestre è risultato pari allo 0,9%, inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2014; nel complesso, per i primi sei mesi del 2015, l’indebitamento netto è pari al 3,2% del Pil, anche in questo caso in calo.

Il potere di acquisto delle famiglie, ovvero il reddito in termini reali, nel secondo trimestre del 2015 è aumentato dello 0,2% sul trimestre precedente e dell’1,1% su base annua. La crescita del reddito in valori correnti è dello 0,5% su base mensile, che diventa un +1,3% nel confronto rispetto ad un anno prima.

Quanto all’effetto sui consumi, che indirettamente è anche indice anche della fiducia delle famiglia, nel secondo trimestre la spesa delle famiglie per consumi finali in valori correnti è aumentata dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% su base annua.

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