Serie A: Inter solo pari, Fiorentina in vetta da sola

Napolis' forward Lorenzo Insigne celebrates after scoring the 3-0 lead during the Serie A soccer match between AC Milan and Napoli at the Giuseppe Meazza stadium in Milan, Italy, 4 October 2015. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Napolis' forward Lorenzo Insigne celebrates after scoring the 3-0 lead during the Serie A soccer match between AC Milan and Napoli at the Giuseppe Meazza stadium in Milan, Italy, 4 October 2015. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Napolis’ forward Lorenzo Insigne celebrates after scoring the 3-0 lead during the Serie A soccer match between AC Milan and Napoli at the Giuseppe Meazza stadium in Milan, Italy, 4 October 2015. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

ROMA. – L’Inter recupera lo svantaggio con la Samp ma non ha lo scatto di reni per ripartire coi tre punti dopo lo choc viola e proprio la Fiorentina ne approfitta, batte l’Atalanta in maniera più netta del 3-0 finale e rimane da sola in testa a quota 18 punti.

La giornata spezzatino vede la prima vittoria in casa per la Juventus (3-1 al Bologna), il successo della Roma a Palermo ma anche e forse soprattutto la cavalcata del Napoli sul campo del Milan.

Il 4-0 firmato da Insigne e compagni riporta sotto la squadra di Sarri e mette all’angolo Mihajlovic e la sua squadra, pesantemente contestata. Una regia invisibile fa sì che dopo la sosta, l’ottava giornata proponga due sfide-choc come Napoli-Fiorentina e Inter-Juventus.

La squadra di Paulo Sousa, capolista con 18 punti, non fatica per superare l’Atalanta grazie anche al rigore trasformato già al 6′ da Ilicic. La contemporanea espulsione di Paletta lascia l’Atalanta in dieci e incapace di resistere alla forza dei viola, ancora in gol con Borja Valero e Verdu nel finale.

Come e peggio dell’Atalanta, anche il Milan si arrende alla sua avversaria, un Napoli concreto e spumeggiante che lo lavora ai fianchi prima con un gol di Allan e nella ripresa con una doppietta di Insigne, prima su azione e poi su punizione. L’autogol di Ely nel finale aumenta solo l’imbarazzo per un Milan che sembra aver davanti un’altra stagione travagliata, mentre il Napoli sembra pronto per dire la sua per il titolo.

La giornata certifica anche lo scatto di orgoglio della Roma che risale la china vincendo 4-2 a Palermo con un andamento sconnesso: tre gol in mezz’ora e un dominio palese, poi l’ingresso di Gilardino da’ stimoli ai siciliani che si avvicinano a un clamoroso recupero, negato dal ritrovato Gervinho, autore di una doppietta, migliore dei suoi con Pjanic e Florenzi.

Vince con Keita-Djordjevic la Lazio, che batte il Frosinone e sale a 15 a un solo punto dall’Inter. Mostrano il fiatone le due squadre simbolo del sorprendente avvio di stagione: dopo il Torino, che si è fatto mettere sotto dalla matricola Carpi alla la prima vittoria proprio dopo il licenziamento di Castori, si ferma anche l’imbattuto Sassuolo che viene superata di misura ma con merito da un Empoli in crescita.

Ma l’Inter continua a rallentare e il campionato si fa elettrizzante con tante squadre in pochi punti proprio ora che i giochi si fermano per una settimana per dare spazio alle nazionali. La Samp sembra trasformata da quella che ha battuto la Roma subendo molto e quella che ha perso a Bergamo.

Zenga trova le motivazioni giuste mentre Mancini non sembra avere cacciato i dubbi sollevati dal tracollo con la Fiorentina. La Samp attacca con veemenza, Correa si mangia un gol facilissimo, poi passa con un’azione veloce Soriano, Pereira e conclusione di Muriel.

I liguri provano a chiudere, ma l’Inter trova il pari con un’azione in mischia, rimpallo di Icardi, e conclusione in spaccata di Perisic. I nerazzurri riprendono lena ma è troppo tardi per vincere.

Col Bologna, lo Juve Stadium teme un’altro schiaffo al blasone dei bianconeri: dopo soli 5′ Mounier mette sotto la Juve, ma prima Morata di testa, poi nella ripresa Dybala su rigore e Khedira al primo gol da juventino ribaltano la situazione. Così dopo quella in Champions, arriva anche la vittoria in campionato: è la prima dopo tre tentativi.

La classifica è ancora povera (8 punti, giusto la metà dell’Inter che affronterà al Meazza il 18 ottobre), ma Allegri conta che la squadra si sia sbloccata.

La Roma a Palermo dà un’accelerata iniziale micidiale, che rendono ininfluenti un paio di incertezze difensive di Szczesny: Florenzi gran protagonista con un doppio scambio che libera Pjanic per il vantaggio al 2′, poi dopo un assist un po’ fortunoso del bosniaco il romano si trasforma in attaccante con una conclusione vincente.

Tocca poi a Gervinho liberarsi dai fantasmi con un’azione spettacolosa e un gol da funambolo all’incrocio dei pali. Il Palermo sbanda, la Roma non trova il poker e nella ripresa Gilardino suono la carica segnando il gol della bandiera e impegnando la difesa.

Poi la stanchezza di Champions frena la Roma, ancora con troppi incertezze difensive. Gonzalez riapre alle speranze, ma Gervinho chiude i il conto per un 4-2 spettacolare.

Finisce la lunga striscia del Sassuolo, in debito di ossigeno, che cede al buon momento dell’Empoli che domina l’incontro e poi trova il colpo da tre punti con un colpo di testa del bomber Maccarone, il migliore dei suoi. E Di Francesco richiama il patron Squinzi ricordandogli l’intempestività delle ambizioni di scudetto.

La Lazio soffre in col Frosinone, dopo un tempo di tante occasioni rischia di cadere nella ripresa ma si prende la vittoria con Keita e Djordjevic nei minuti finali. Terza vittoria di fila in campionato. Pioli dovrà fare i conti con l’infortunio di Basta.

Torna al gol Di Natale fasciato in testa dopo uno scontro del primo tempo, ma all’Udinese non basta perché alla distanza cresca il Genoa che ottiene e trasforma un rigore con i piedi buoni di Perotti. Alla fine a recriminare di più sono proprio i rossoblù.

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