Bersani attacca su Verdini, trasformismo svilisce il Pd

Pierluigi Bersani questa sera alla festa dell'Unit?? in corso di svolgimento a Milano, 3 settembre 2015. ANSA / MATTEO BAZZI
Pierluigi Bersani questa sera alla festa dell'Unit?? in corso di svolgimento a Milano, 3 settembre 2015. ANSA / MATTEO BAZZI
Pierluigi Bersani questa sera alla festa dell’Unit?? in corso di svolgimento a Milano, 3 settembre 2015.
ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – L’avvicinamento al Pd di “Verdini e compagnia” è il sintomo di un problema più grande: “Valori, ideali e programmi di centrosinistra si sviliscono in trasformismi, giochi di potere e canzoncine verdiniane”. Arriva via social network, con un breve post su Facebook, l’attacco più duro dell’ex segretario Pier Luigi Bersani al Pd e al governo di Matteo Renzi.

Dopo aver mostrato “lealtà e responsabilità” con i voti sulle riforme, la minoranza Dem con il suo esponente più illustre chiede un netto cambio di rotta politica al segretario premier. Con parole potenzialmente deflagranti e che fanno salire a livelli di guardia l’irritazione della maggioranza Pd ma che vengono liquidate come una “sterile polemica” cui porre termine perché – afferma Guerini – non fa bene al partito.

Guarda all’obiettivo, Matteo Renzi. Agli obiettivi. Da un lato condurre in porto la riforma costituzionale, superando indenni le prove d’Aula che si fanno ancora più dure dopo la tensione per gesti osceni ed espulsioni.

Dall’altro lato varare una legge di stabilità che “rafforzi la ripresa economica e occupazionale”. Ed è proprio sulla manovra che il premier lavora tutto il giorno a Palazzo Chigi, dopo un incontro mattutino con il capogruppo al Senato Luigi Zanda.

Perciò quando dalla bacheca di Facebook rimbalza l’attacco di Bersani, la tensione schizza a livelli di guardia ma l’indicazione ai parlamentari dem è non cadere nel ‘tranello’ della polemica con la minoranza.

Perché, spiegheranno i vicesegretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, “tutte le energie” devono essere concentrate sulle riforme. Aprire adesso un nuovo fronte interno, spiega qualche senatore, potrebbe mettere a rischio l’obiettivo finale. E magari rendere indispensabili i voti dei verdiniani.

“Finora non sono stati determinanti, ma se lo diventeranno – osserva più di un parlamentare del Pd – a Renzi non resterebbe che andare al Quirinale, per aprire una crisi di governo, perché avremmo un’altra maggioranza o elezioni anticipate”. Ma a quel punto – è il ragionamento – sarebbero chiare le colpe della sinistra Dem.

Ma i bersaniani sostengono che era impossibile far finta di niente, dopo un weekend speso da Renzi “più che a sottolineare l’unità del Pd, a fare l’esaltazione del verdinismo e l’elogio del trasformismo”. “La Leopolda sembra archeologia politica…”, attacca Federico Fornaro.

Mentre Pier Luigi Bersani torna a lanciare l’allarme di un distacco potenzialmente deflagrante della ‘ditta’ dalla ‘base’. “Non mi preoccupo di Verdini e compagnia ma del Pd e delle politiche di governo. Sembra, e non da oggi, che ci sia una circolazione extracorporea: tanta nostra gente pensa che sia ora di rendere più chiaro dove si stia andando, senza cortine fumogene, giochi di parole e battute assolutorie. Anch’io la penso così”.

Proprio perché non c’è volontà di scissione, sostengono i bersaniani, si prova a scacciare dal “giardino” del Nazareno un corpo estraneo come quello dei verdiniani. A partire dalla riforma costituzionale e passando per le misure di una legge di stabilità che “ripiegano troppo a destra”.

Per questa ragione, mentre tiene aperto il dialogo sui nodi irrisolti della riforma (elezione del presidente della Repubblica e disposizioni transitorie), la sinistra Dem – da Speranza a Cuperlo – sta lavorando a un documento con una serie di proposte sulla legge di stabilità.

Ma i renziani parlano di attacchi fuori tempo e che mancano il bersaglio, perché il voto dei verdiniani alle riforme era già stato dato in prima lettura.

“Il rispetto del Pd è anche non aprire ogni giorno un fronte interno e non alimentare tensioni che non servono a nessuno”, afferma Guerini. “Trasformismo e giochi di potere – aggiunge Debora Serracchiani – sono parole pesanti, che vanno pronunciate con molta ponderazione”.

(Serenella Mattera/Ansa)

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