Edicole contro la crisi, ecco il quotidiano usato

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ROMA. – C’è chi lo conserva per le pulizie, chi ci incarta il pesce, chi lo lascia sul treno per i futuri passeggeri, chi semplicemente lo butta riempiendo quasi il cestino della carta di casa. Tra qualche settimana il quotidiano già letto converrà riportarlo in edicola.

In cambio della copia usata, infatti, si riceverà la metà del prezzo pagato. E quella copia potrebbe far felice chi ama leggerlo la sera, perché anche lui avrà lo stesso risparmio.

E’ l’iniziativa LeggieVendi, lanciata dai sindacati degli edicolanti Sinagi Cgil, Snag e Usiagi Ugl, che partirà a fine ottobre. “Vogliamo dare uno scossone al mercato – spiega il segretario della Sinagi, Giuseppe Marchica -. C’è un immobilismo totale, non c’è una sola idea che rilanci il settore. E’ da tempo che chiediamo incontri alla Fieg, ma non abbiamo risposte”.

Il progetto, che verrà discusso la prossima settimana nel comitato direttivo e poi illustrato ai singoli esercenti nelle prossime assemblee, prevede che, per avere lo sconto, il quotidiano dovrà essere restituito entro le 13 o acquistato dopo quell’ora, il settimanale dopo due giorni, il mensile dopo una settimana.

“Sarà la singola edicola a decidere su quali giornali applicare lo sconto – spiega Marchica -, su tutti ovviamente non sarà possibile”. L’iniziativa, anticipata da Prima online, sarà pubblicizzata con striscioni sulle edicole e manifesti.

“Pensiamo che ogni esercente sia un piccolo imprenditore – aggiunge Marchica – e può praticare sconti grazie al Cresci-Italia varato dal governo Monti nel 2011”.

“L’obiettivo è portare più gente in edicola – afferma – e tentare di aumentare le vendite ad esempio offrendo due riviste, invece di una, allo stesso cliente con lo sconto”.

Non è la prima idea innovativa lanciata dai sindacati degli edicolanti: con il ‘ticket edicola’ proponevano ad esempio di introdurre una tassa di 15 euro o 18 euro per i bar e gli esercizi commerciali dove si possono leggere i giornali e con gli introiti garantire uno sconto in edicola sulle riviste e remunerare il diritto d’autore.

“Noi proviamo a portare proposte – afferma Marchica -, ma dagli editori non arriva una sola idea che non sia chiedere finanziamenti pubblici e andare avanti con i prepensionamenti. Il mercato non cresce con i prepensionamenti, ma si fa con le promozioni, in modo nuovo. Eppure quando abbiamo lanciato le nostre proposte non abbiamo ricevuto neanche una parola di sostegno da parte del governo”.

(Michele Cassano/Ansa)

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