Maltempo: Campania, cresce rischio per persone e case

Alcune auto rimaste sommerse per l'esondazione per oltre due metri del fiume Calore a Benevento, 15 ottobre 2015, ANSA / UFFICIO STAMPA VIGILI DEL FUOCO
Alcune auto rimaste sommerse per l'esondazione per oltre due metri del fiume Calore a Benevento, 15 ottobre 2015, ANSA / UFFICIO STAMPA VIGILI DEL FUOCO
Alcune auto rimaste sommerse per l’esondazione per oltre due metri del fiume Calore a Benevento, 15 ottobre 2015, ANSA / UFFICIO STAMPA VIGILI DEL FUOCO

ROMA. – In Campania cresce il rischio del dissesto idrogeologico ed è aumentata la quota di popolazione, abitazioni ed edifici a rischio. E’ la regione al primo posto per scuole (1.100) e ospedali (109) in aree a rischio potenzialmente elevato con oltre 25 mila addetti le prime e 9.650 i secondi.

E’ quanto emerge dall’estratto relativo alla Campania del ‘Rapporto sullo stato del rischio del territorio 2013’ di Cresme e Ance (presentato nel 2014) in cui si indica che negli ultimi dodici anni la popolazione residente a rischio è aumentata dell’1,3% (a quasi 1,1 milione di abitanti) mentre le famiglie in pericolo sono quasi 410 mila (+15,8%). Nelle stesse aree si trovano a rischio potenziale circa 451 mila abitazioni (+8,1%) e 166.200 edifici residenziali (+4,4%).

Nella classifica provinciale, l’esposizione al rischio di abitazioni ed edifici a Benevento riguarda all’incirca 25.500 case (+7,8%) e 15.560 edifici (+3,9%), a Napoli oltre 210 mila case (+5,1%) e quasi 51 mila edifici (+3,4%), a Caserta 91.500 abitazioni (+14,8%) e 41.500 edifici (+5,2%), a Salerno 75.500 case (+8,3%) e 31.080 edifici (+4,7%), ad Avellino 48.200 abitazioni (+9,5%) e 27.500 edifici (+5%). Per quanto riguarda le imprese, a rischio erano oltre 5.800 le unità locali delle attività manifatturiere, in calo de 14%.

In diminuzione gli addetti potenzialmente coinvolti, 33.770 (-19,1%).

Dopo i disastri provocati dal maltempo in tutte le province della regione, i geologi tornano ad accusare “la mancanza di manutenzione e di reali azioni di prevenzione, anche in quelle occasioni, come in questo caso, in cui eventi piovosi eccezionali vengono largamente previsti e preannunciati” sottolinea Francesco Peduto, presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania.

Che punta il dito contro “la crescita incontrollata dei centri abitati e delle periferie metropolitane nell’ultimo cinquantennio, avvenuta troppo in fretta e con poca attenzione alle conseguenze dell’azione antropica sul territorio”.

Espansioni urbane “su versanti in frana, o lungo gli argini dei fiumi in aree che una volta rappresentavano le loro naturali ‘casse di espansione’ durante le piene”. Tutti gli eventi degli ultimi anni, in Campania come nel resto del paese, rileva Peduto, “mostrano un paese ancora lontano da politiche efficaci di salvaguardia del territorio e delle vite umane”.