Accordo Usa-Russia sui cieli. Assad ha sei mesi e poi via

A handout photo released by the official Syrian Arab News Agency (SANA) shows Syrian President Bashar al-Assad delivering a speech during a meeting with heads and members of public organizations, vocational syndicates, and chambers of industry, trade, agriculture and tourism in Damascus, Syria, 26 July 2015.
A handout photo released by the official Syrian Arab News Agency (SANA) shows Syrian President Bashar al-Assad delivering a speech during a meeting with heads and members of public organizations, vocational syndicates, and chambers of industry, trade, agriculture and tourism in Damascus, Syria, 26 July 2015.
A handout photo released by the official Syrian Arab News Agency (SANA) shows Syrian President Bashar al-Assad delivering a speech during a meeting with heads and members of public organizations, vocational syndicates, and chambers of industry, trade, agriculture and tourism in Damascus, Syria, 26 July 2015.

MOSCA. – Una exit strategy di sei mesi per il presidente siriano Bashar al Assad. I media turchi rivelano un piano citando fonti riservate del governo di Ankara e tirano in ballo una mediazione della Nato.

L’Alleanza Atlantica smentisce ma sottolinea il suo supporto agli sforzi internazionali per trovare una soluzione politica. Sul futuro del presidente siriano, dunque, è buio pesto, mentre Russia e Stati Uniti trovano un accordo “tecnico” per evitare incidenti aerei nei sempre più affollati cieli siriani.

E’ il ministero della Difesa russo a dare per primo la notizia, poi confermata dal Pentagono. Intanto l’ambasciata di Mosca a Damasco smentisce la notizia della Reuters sulla morte di tre russi nell’offensiva governativa di terra a Latakia.

In base al presunto piano per l’uscita di scena di Assad, che avrebbe il via libero della Turchia, il presidente siriano manterrebbe per un periodo di transizione di 6 mesi un ruolo di fatto simbolico, avviando un graduale passaggio di potere.

“I lavori su un piano per la partenza di Assad sono in corso. Potrebbe restare sei mesi e noi lo accetteremmo perché ci sarebbe una garanzia di una sua partenza. Siamo andati avanti su questo tema fino a un certo punto con gli Stati Uniti e altri alleati”, spiegano le fonti turche, secondo cui il piano verrà sottoposto dagli Usa alla Russia. “Non c’è un accordo su quando questo periodo di 6 mesi comincerebbe, ma pensiamo che non sarà tra molto”, aggiungono da Ankara.

“La Nato non è coinvolta nella discussione internazionale sul futuro del presidente siriano. Noi sosteniamo tutti gli sforzi internazionali per trovare una soluzione politica”, spiega invece da Bruxelles un dirigente dell’Alleanza, sottolineando che “la Nato come organizzazione non è coinvolta negli sforzi della coalizione anti-Isis, anche se tutti i suoi alleati partecipano a quello sforzo”.

Secondo il quotidiano filo-governativo turco Yeni Safak, del possibile ruolo di Assad in un periodo di transizione avrebbero discusso il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo Recep Tayyip Erdogan nel corso della visita di quest’ultimo a Mosca del mese scorso.

Non è chiaro quale sarebbe il destino di Assad dopo un eventuale abbandono del potere. Le stesse fonti turche sostengono che la Russia sta cercando un esilio sicuro per lui e la sua famiglia, ma non sarebbe disposta a ospitarli nel suo territorio per evitare conflitti diplomatici con i Paesi occidentali.

Intanto l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus) con base a Londra rilancia le accuse a Mosca di uccidere anche i civili nei suoi raid: nelle prime tre settimane, sostiene, i jet russi hanno ucciso 370 persone, di cui 127 civili, compresi 36 bambini e 34 donne.

Le altre 243 vittime sono combattenti di diversi gruppi: Isis, al-Nusra (la branca siriana di Al-Qaida), ma anche i ribelli anti Assad e quelli di altre fazioni islamiche. Gli attacchi aerei più letali, denuncia l’ong, sono stati effettuati ieri lungo la costa siriana, nella zona di Jabal al-Akrad (controllata dai ribelli), nella provincia di Latakia, dove sono morte almeno 45 persone (tra combattenti e civili) mentre molte altre sono rimaste ferite.

Secondo il comitato di coordinamento locale (Lcc), un altro gruppo di monitoraggio gestito da attivisti, nella stessa provincia le vittime sarebbero 57, in gran parte per gli strike russi.

Entrambe le ong riferiscono che nei raid ha perso la vita anche Basil Zamo, ex capitano dell’esercito siriano diventato comandante della prima divisione costiera, una fazione ribelle attiva nella zona e operante sotto l’ombrello dell’Esercito siriano libero (Esl), sostenuto dagli Usa anche con missili anti tank.

Il comandante di un gruppo analogo, le Brigate Nour al-Din al-Zinki, è stato ucciso invece nei combattimenti a sud della città di Aleppo, nell’ambito dell’offensiva di terra lanciata dall’esercito di Damasco.

Intanto Putin ha ribadito il suo apprezzamento per l’intervento aereo in Siria, ammonendo che i jihadisti dell’Isis “dopo aver stabilito la propria roccaforte in Siria e in altri paesi mediorientali, progettavano e progettano tuttora un’ulteriore espansione per destabilizzare la situazione in altre regioni”.

L’Isis “ha reclutato e continua a reclutare combattenti in molti Paesi, inclusi purtroppo la Russia e altri Stati della Csi”, ha aggiunto, mentre in Russia aumentano le retate di presunti simpatizzanti o membri dell’Isis.