Migrante afghana, a 105 anni sogna una vita migliore in Svezia

105-year old Afghan woman. Bibihal Uzbeki from Kunduz, Afghanistan, rests in Croatia's main refugee camp at Opatovac, Croatia, near the border with Serbia, Tuesday, Oct. 27, 2015. (ANSA/AP Photo/Marjan Vucetic)
105-year old Afghan woman. Bibihal Uzbeki from Kunduz, Afghanistan, rests in Croatia's main refugee camp at Opatovac, Croatia, near the border with Serbia, Tuesday, Oct. 27, 2015.  (ANSA/AP Photo/Marjan Vucetic)
105-year old Afghan woman. Bibihal Uzbeki from Kunduz, Afghanistan, rests in Croatia’s main refugee camp at Opatovac, Croatia, near the border with Serbia, Tuesday, Oct. 27, 2015. (ANSA/AP Photo/Marjan Vucetic)

BELGRADO. – Anche dopo i 100 anni si può desiderare una vita migliore, lontano da guerre e povertà. E’ il caso di una donna afghana di ben 105 anni giunta in Croazia con il flusso quotidiano di migranti e profughi provenienti dalla vicina Serbia e diretti in nord Europa.

Bibihal Mirzaji, questo il nome dell’ultracentenaria come riferito dal quotidiano croato Jutarnji list, è arrivata al campo di accoglienza di Opatovac, al confine con la Serbia, accompagnata dal figlio e da una quindicina di altri suoi familiari.

I responsabili del campo hanno mostrato particolare attenzione e cura per l’anziana donna, valutando l’eventuale necessità di assistenza medica.

Originaria di Kunduz, nel nord dell’Afghanistan, la coraggiosa profuga è alla ricerca di una vita migliore e più dignitosa in Svezia, sua destinazione finale. Secondo i media, la polizia croata ha verificato l’età dell’ultracentenaria afghana controllando i suoi documenti personali.

Quello di Bibihal Mirzaji è sicuramente un caso limite nella marea di migranti e profughi della rotta balcanica, costituito in prevalenza da giovani e giovanissimi. In un incontro a Belgrado è stato reso noto che il 25% degli oltre 300mila migranti transitati finora per la Serbia erano bambini, dei quali il 5% in viaggio senza genitori.

Mentre continua incessante il flusso di migranti lungo la direttrice Turchia-Grecia-Macedonia-Serbia-Croazia-Slovenia e poi verso Austria e Germania, è partita l’attuazione concreta del piano per gestire l’emergenza migranti della rotta balcanica.

Tutti i Paesi coinvolti e che hanno partecipato al vertice di domenica a Bruxelles hanno nominato nel giro di 24 ore, così come richiesto, i rispettivi punti di contatto per comunicare tra loro su flussi e necessità particolari, e per giovedì è in programma la prima riunione operativa in videoconferenza.

E secondo il premier croato Zoran Milanovic, una riduzione nel flusso di migranti si potrà avere tra una decina di giorni, dopo le elezioni politiche di domenica prossima in Turchia. “Dopo il voto in Turchia, tra una decina di giorni, si vedrà un cambiamento”, ha detto Milanovic.

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